Omelia (27-03-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mt 26,14-25

Abbiamo ridicolizzato Giuda, facendolo diventare una specie di macchietta. La nostra è un'operazione scorretta e sospetta perché lascia intendere che, in fondo, noi siamo migliori di lui. Ci fa comodo dividere il mondo in buoni e cattivi. Noi, pur non essendo santi, siamo certamente migliori di uno come lui... Il vangelo, invece, è molto attento nel suo giudizio: Giuda è e resta un apostolo e ciò deve farci riflettere. Giuda non accetta la predicazione di Gesù: egli, scoraggiato dalla reazione negativa del sinedrio che non vuole nemmeno incontrare il Nazareno, pensa di forzare la mano. Vuole un messianismo politico, vuole obbligare Gesù a manifestarsi davanti al mondo. Il suo ruolo nella congiura contro Gesù, ci dicono gli storici, è molto ridimensionato: la sua opera consiste nell'indicare il luogo e il momento propizio per arrestare Gesù senza troppo clamore. Ma la scelta di Giuda ferisce il Signore che cerca ancora di recuperarlo, di spingerlo alla conversione. Gesù, alla domanda di Giuda, risponde: tu lo dici. Come a dire: scegli tu, Giuda, se continuare, sei tu che dici di essere un traditore. Io non credo che tu lo sia, non crederci nemmeno tu...