Omelia (27-04-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Gv 14,7-14 Come biasimare il povero Filippo? A volte Gesù supera davvero il limite, spinge davvero troppo l'acceleratore! Per un ebreo era già una rivoluzione quasi impossibile cambiare la propria idea su Dio. Ma i Dodici l'avevano fatto, avevano lentamente convertito il proprio cuore al volto di Dio così come Gesù, durante i tre anni di predicazione, l'aveva raccontato. Ora, alla fine della storia di Gesù, il desiderio di vedere il Padre, il Dio di Gesù, è forte e crescente. Ma Gesù compie un ulteriore salto in avanti: chi ha visto lui ha visto il Padre. Quindi, afferma il Maestro, non solo egli è venuto a parlare in maniera innovativa di Dio, non è solo un grande profeta, un uomo spirituale con una grande intimità con Dio. Non è solo col Padre ma del Padre, perché lui e il Padre sono una cosa sola. Ci vorrà ancora del tempo e molto Spirito Santo per capire l'enormità di questa affermazione, per definire l'identità di Gesù, ma la direzione è tracciata. Solo dopo la resurrezione i discepoli capiranno che Gesù è la presenza stessa di Dio, che è più del Messia, è il figlio stesso di Dio. Guardando Gesù noi già intravediamo il volto del Padre. |