Omelia (02-05-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Gv 15,9-11 Il lungo discorso fatto da Gesù dopo l'ultima cena, nel vangelo di Giovanni, di fatto riassume tutta la predicazione del Signore, e l'evangelista lo pone prima dell'arresto nell'orto per sottolinearne la drammaticità e l'importanza. Oggi in pochi versetti, Gesù riassume tutta la sua opera e la nostra fede: credere è dimorare nell'amore con cui siamo stati amati e concretizzare la reciprocità di questo amore nell'osservanza dei comandamenti. Percepire l'amore di Dio e ricambiarlo produce in noi una gioia intima e profonda, ben lontana dall'emozione momentanea cui siamo abituati. Dimorare nell'amore: darci l'opportunità di percepire questo amore, nella meditazione, nella preghiera, nella lettura profonda e spirituale degli eventi. E vivere di conseguenza: i nostri gesti e le nostre scelte scaturiscono dall'amore che abbiamo incontrato. Non è uno sforzo, il mio voler apparire migliore degli altri, ma l'esigenza di ricambiare l'amore che ho ricevuto e che ha completamente cambiato la mia piccola vita. In questo anno dedicato alla fede, in questo tempo pasquale, rimettiamo davvero al centro del nostro agire la gioia che ci deriva dallo scoprirci amati! |