Commento su Gv 14,6-14
La memoria di due apostoli, Filippo e Giacomo, ci inseriscono nel grande solco della predicazione degli apostoli che ci hanno consegnato il vangelo giunto intatto fino a noi...
Quanto è simpatica la Provvidenza! È difficile immaginare la festa di due apostoli così diversi fra loro! In realtà la loro memoria è legata alla traslazione a Roma delle loro reliquie, avvenuta nello stesso momento. Filippo è di Betsaida, in Galilea, il nome ne tradisce l'origine meticcia, discepolo del Battista, sarà lui a portare dei greci al cospetto di Gesù. Un uomo di confine, quindi, che riesce a superare e a far superare agli apostoli le chiusure del piccolo mondo giudaico. Mondo da cui proviene invece Giacomo il minore, cugino di Gesù, primo vescovo di Gerusalemme e autore di una lettera finita poi nel Nuovo Testamento. Persona piuttosto conservatrice e molto attenta alla continuità con la tradizione giudaica, Giacomo si scontrerà frontalmente con le eccessive aperture di un altro apostolo, Paolo. E la Provvidenza li ha messi insieme, Filippo, il più straniero fra gli apostoli e Giacomo, il più conservatore, per ricordarci ancora una volta che la Chiesa non è quello sgorbio che troppo spesso pensiamo nel cuore, ma la manifestazione piena della creatività e della fantasia di Dio che non respinge nessun uomo che porti nel suo cuore il desiderio di infinito...
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