Omelia (04-05-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Gv 15,18-21

C'è stato un momento in cui i cristiani, forzando e tradendo il vangelo, hanno usato la forza e la violenza per imporre la fede, in un contesto molto diverso dal nostro, certo, caratterizzato da una miopia intellettuale che ora riconosciamo come una grave distorsione della proposta evangelica. Ma, grazie al cielo, lo Spirito ha condotto la Chiesa su sentieri di conversione e di penitenza (ricordate lo straordinario Giubileo del Duemila?). Oggi, invece, le cose si sono ribaltate e in pochi anni il cristianesimo è diventata la religione maggiormente perseguitata nel mondo. Nei paesi in cui il fondamentalismo islamico è intollerante con i seguaci di Gesù, dimostrando peraltro scarsissima conoscenza del Corano! Ma anche in paesi in cui le scelte dei cristiani contro la violenza e la sopraffazione hanno scardinato la religione superstiziosa di molti dittatori (penso all'America latina degli anni '80) o, nella nostra modernissima Europa, con rigurgiti di razionalismo intollerante che accetta ogni idea, purché non provenga dai cristiani! Gesù ci aveva avvisati e, forse, il fatto che l'essere cristiani non sia ben visto, ci aiuta a crescere nella verità della nostra professione di fede...