Omelia (13-05-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Gv 16,29-33 Difficile misurare la propria fede. Difficile sapere se siamo o meno capaci di professare la nostra fiducia nel Dio di Gesù. Difficile, soprattutto, quando le cose vanno male o non vanno come avremmo sperato. Quando ci sembra tutto chiaro, come accade agli apostoli prima dell'arresto, in realtà ancora non abbiamo sperimentato il limite del nostro limite, la misura della nostra fragilità. Quante volte pensiamo (speriamo?) di avere alle spalle un solido percorso di fede ed invece ci troviamo a rimettere tutto in discussione? Proprio la luce dell'ascensione ci rassicura: Gesù è salito al cielo per essere presente qui e ovunque. E chiede di dimorare nella pace che è la sua presenza. Siamo amati, siamo nelle mani e nell'abbraccio fiducioso di Dio, cosa dobbiamo temere? Anche quando il mare è in tempesta se ci immergiamo nella profondità degli abissi troviamo la calma assoluta. Così nella nostra vita: se troviamo il tempo ed il coraggio di dimorare nelle profondità dello Spirito, possiamo trovare quella pace che Dio solo può dare, che non risolve i problemi, ma ci aiuta a vederli in una luce nuova. La luce della fede. |