Omelia (23-05-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Mc 9,41-50 Il sale insipido non serve a niente, verissimo, non si riesce proprio a salare il sale. Un discepolo insipido non serve a niente, questo dice Gesù. Perciò chiede tanto, perciò è così esigente: noi discepoli possiamo diventare ostacolo, scandalizzare, offendere la Parola. La Chiesa, che vorrebbe essere la porta d'ingresso a Dio, l'accesso al volto dell'Altissimo, se vive in contraddizione ciò che dice diventa orribile maschera. Ancora portiamo le conseguenze (e per quanto tempo ancora le porteremo) per l'orribile scandalo della pedofilia e per come è stato gestito. Perciò non deve stupire la durezza usata da Gesù nei confronti di coloro che diventano scandalo. È vero: meglio essere monchi o orbi che scandalizzare un innocente. Vegliamo su noi stessi con serietà e costanza. Dio è buono, certo, ma non è un bonaccione innocuo cui va tutto bene. Il Dio della Scrittura protegge gli orfani e le vedove con decisione e forza, con determinazione assoluta. Anche contro i suoi discepoli che non vivono con onestà la propria salvezza. Manteniamoci in un atteggiamento di umiltà e di conversione perché nessuno si allontani dal Vangelo per causa nostra... |