Omelia (24-05-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mc 10,1-12

Esisteva il divorzio, al tempo di Gesù. Maschilista, ovviamente, ma lecito e santo, attribuito addirittura a Mosè: chi mai l'avrebbe messo in discussione? Pungolato sul vivo il Signore spiazza tutti: gli uomini ragionano per conto loro, Dio non ha pensato niente del genere. È bello poterci dire che la coppia che vive nell'amore per tutta la vita non è una pia illusione ma il sogno stesso di Dio! Alla luce di questa Parola, con molto rispetto, la Chiesa è chiamata a valutare le spinose questioni odierne di chi vive sulla propria pelle un fallimento matrimoniale. La Chiesa non può certo cambiare una Parola così netta e chiara, ma può entrare nel merito di ogni singola situazione per stabilire una prassi che non porti le persone allo scoramento. Altro è il coniuge che abbandona, altro il coniuge abbandonato. I discepoli, pur nel loro limite, sperimentano la verità della Parola del Signore e cercano, nelle loro scelte di coppia, di rendere possibile e realizzato il sogno di Dio. In questo tempo così fragile, in cui si nega la possibilità stessa di amarsi, possiamo ancora proclamare il progetto che Dio ha su coloro che si amano in lui.