Omelia (27-05-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mc 10,17-27

È pieno di entusiasmo il giovane ricco. È sincero e teologicamente corretto quando chiede al Signore cosa deve fare per avere la vita dell'Eterno (non si merita mai la vita di Dio!). Gesù gli chiede di osservare le prescrizioni di Mosè, in particolare quelle che riguardano il prossimo, quasi come se sottendesse che per avere la vita di Dio bisogna saperlo riconoscere nel fratello. Allora Gesù osa, ma prima lo ama intensamente, riempie il suo cuore di possibilità, osa chiedere perché sa donare senza misura: gli chiede di lasciare tutto per trovare il Tutto. Lo sguardo entusiasta del giovane si spegne, ora. Se ne va triste perché non ha il coraggio di osare Dio. Quante volte anche noi commettiamo lo stesso terribile errore! Abbiamo paura di lasciare il poco di cui siamo certi per conquistare il tutto ipotetico della sequela di Cristo! Una pagina amara ma splendida, quella di oggi, che ancora ci ricorda di come solo il coraggio di osare può farci trovare la pienezza di cui andiamo cercando. Gesù pretende di essere più grande della più grande gioia che possiamo sperimentare. E se avesse ragione?