Omelia (29-05-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mc 10,32-45

L'incontro con il giovane ricco e la successiva catechesi ottiene un risultato sorprendente: l'accenno alle persecuzioni ottenute assieme alla vita dell'Eterno lascia i discepoli sgomenti e gli apostoli spauriti. È così seria la faccenda? Non stanno andando verso la gloria, non stanno per assistere alla costruzione del Regno? L'avventura di Gesù sta assumendo una luce inquietante: certo non si aspettavano di dover subire persecuzioni. Ma Gesù li rassicura, è lui che va avanti, è lui che, per primo, è disposto a morire pur di non rinnegare la propria visione di Dio. Non basta, purtroppo,; gli apostoli cominciano a discutere fra loro, cercano sicurezze, risposte, rassicurazioni. Invece di diventare discepoli fuggono e cercano le scorciatoie, come facciamo spesso anche noi. Quante volte seguiamo Gesù solo nelle cose che ci fanno piacere! Quante volte seguiamo il vangelo solo per essere rassicurati, per avere delle certezze, per avere dei punti di riferimento! Seguire il Signore, invece, significa necessariamente fare esperienza del dono di sé, amare fino a donare la propria vita, come ha saputo fare lui...