Omelia (31-05-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Lc 1,39-56 Alla fine del mese dedicato alla preghiera mariana, ritroviamo la stupenda pagina dell'incontro fra Maria ed Elisabetta. Il Verbo cresce dentro la piccola Maria e con la Parola fatta carne crescono anche i tentennamenti. Maria sale da Elisabetta: forse lei saprà darle una risposta definitiva, forse lei saprà dirle che sì, è tutto vero. E accade. Elisabetta si asciuga le mani nel grembiule e riconosce la piccola Maria (ormai si è fatta donna) e capisce. La pagina di Luca è un capolavoro: l'incontro fra le due donne nel Vangelo è tutto un sussulto, un complimento, Giovanni Battista che riconosce il Messia dal grembo e scalcia; Elisabetta, anziana donna che vede imprevedibilmente realizzato il suo agognato sogno di maternità fa i complimenti alla piccola Maria. Maria, ancora scossa da quanto le è successo, comincia a ballare e a fare i complimenti a Dio che salva lei e noi. Nelle loro parole avvertiamo la tensione, lo stupore, l'inaudito che si realizza. È vero, allora: Dio ha scelto di venire, Dio si rende presente, Dio - il Dio d'Israele - è qui. Non sono solo stanche promesse ascoltate dalla bocca del vecchio rabbino di Nazareth che sospirava, allo Shabbat, seguendo con il dito la pergamena consunta del rotolo di Isaia.
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