Omelia (21-06-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mt 6,19-23

Quanto investiamo nelle cose di Dio? Quanta energia e forza e intelligenza mettiamo nelle cose che veramente contano? Il ragionamento di Gesù è semplice e lineare: se ci diamo (giustamente) tanto da fare per far quadrare i bilanci famigliari ed accumulare due soldini per il futuro, perché non fare altrettanto per accumulare la conoscenza che resta, la prospettiva che rimane eterna? Gesù ci invita a misurare bene il nostro comportamento, a guardare quanta energia dedichiamo per coltivare l'interiorità, ciò che dura per sempre, (a guardare con occhio semplice, lineare la nostra vita per potere giudicare con obiettività quali sono le cose che veramente contano per noi. Non si tratta di aggiungere preoccupazioni a preoccupazioni, e di sentirci in colpa se non riusciamo a pregare a sufficienza o a dare una mano in parrocchia ma, piuttosto, di metterci in una prospettiva diversa, dal punto di vista dell'Eterno. Dov'è davvero il nostro cuore? Dove batte forte? Verso cosa orientiamo le nostre forze? Gesù pretende di essere più di ogni gioia, ci chiede di osare, di rischiare, di fidarci di lui. Mettere la ricerca di Dio al centro della nostra vita, credetemi, è un ottimo affare!