Omelia (04-07-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mt 9,1-8

Il peccato esiste nonostante quello che si dice in giro. Non è un'invenzione dei preti ma la consapevolezza che l'uomo, creato per essere un capolavoro, spesso gioca male la sua libertà e si allontana dal suo progetto, accontentandosi. Il peccato non è la trasgressione di una legge ma il fallimento di un obiettivo: quello di diventare come Dio ci ha immaginato. Le indicazioni che Dio ci ha donato nella Rivelazione ci permettono di vigilare sul nostro percorso, di capire cosa è bene e cosa è male, di impegnarci con intelligenza a perseguire il bene. Il peccato è male perché ci fa del male, perché rovina ciò che siamo veramente. Al tempo di Gesù si pensava, erroneamente, che la malattia fosse la punizione divina per un peccato commesso. Non è così, certo: ma il peccato può provocare una paralisi dell'anima profonda quanto una paralisi del corpo. Progressivamente, se non agiamo, perseverando nell'errore ci blocchiamo, disimpariamo ad amare, ci paralizziamo nella fede e nella speranza. In quel momento speriamo che qualche amico volenteroso ci prenda di peso e ci porti, nella preghiera, al cospetto di Gesù per essere perdonati e poter correre nuovamente sulle strade della fede!