Omelia (08-07-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mt 9,18-26

Vuole solo toccare il lembo del mantello, l'emorroissa. Una vita di malattia e di isolamento: se già il flusso mestruale rendeva impura una donna, figuriamoci un problema come quello descritto! Impura e condannata a non avere relazioni: il solo contatto fisico poteva trasmettere l'impurità rituale. Una norma frutto dell'approssimativa conoscenza scientifica dell'epoca. E lei trasgredisce una legge, toccando il Maestro, eppure lo fa. A volte è necessario trasgredire per incontrare Dio e così avviene, non è lei a contaminare il Signore, ma Gesù che contamina lei con la sua purezza. Ora è guarita, ora è nuovamente donna. Così come la ragazza data per morta che Gesù riporta in vita nonostante lo scetticismo insormontabile degli amici del padre. Il Signore, oggi, sana ogni nostra malattia interiore e riporta in vita il fanciullo che abita in ciascuno di noi e che troppo spesso è mortificato dal mondo degli adulti. Questo, come Chiesa, dobbiamo annunciare: che Gesù è venuto a sanare e salvare chi si fida di lui, chi lo cerca, chi desidera anche solo sfiorare il suo mantello. Viviamo oggi da redenti, da salvati: il Signore ci dona la vita!