Omelia (19-04-2015)
don Nazareno Galullo (giovani)
Sono stanco morto e non ho voglia di tornare indietro....domani si vedrà!

Due persone, Cleopa e compagno (o compagna, o sorella, fratello, o madre o padre...chissà..., non c'è nome quindi può essere chiunque) sono di ritorno da Emmaus. Riassunto veloce: erano tornati a casa loro da Gerusalemme dopo la crocifissione, morte e sepoltura di Gesù. Ovviamente tristi e piangenti, e sulla strada uno sconosciuto si era avvicinato a loro e gli aveva fatto dei complimenti dopo averli ascoltati nel loro piagnisteo su Gesù morto: STOLTI (cioè Stupidi) e lenti di cuore....non bisognava che il Cristo soffrisse queste cose? Quindi, siccome era buio, lo avevano accolto a casa loro...e mentre questo sconosciuto spezzava il pane avevano riconosciuto in lui Gesù Cristo...e quindi avevano capito perché il loro cuore "friccicava" mentre questi, lungo la strada, gli parlava di Gesù nelle Sacre Scritture profetiche.

Stanchi morti, nonostante gli 11 km di distanza fatti prima (e senza automobile :-)), e nonostante il dramma vissuto nei due giorni precedenti....in barba alla stanchezza trovano una forza dentro per tornare indietro a Gerusalemme.

Proprio mentre tornano indietro fanno il grande passo avanti. Noi, cristiani "moderni" siamo di quelli che guardano sempre avanti. Eppure, talvolta anziché andare avanti ci spostiamo dal centro. Per qualcuno proprio mentre si torna indietro si fa il grande e unico passo avanti. Ho conosciuto giovani che avevano detto "Gesù è il Signore della mia vita" fare davvero dietrofront all'incontro con il Signore dimenticandolo del tutto; ho conosciuto persone così...piene di iniziative e all'avanguardia....finire nel baratro del porcile come il cosiddetto "figlio prodigo". Anche lui, se ci pensate, quando torna indietro va veramente avanti.
Insomma, carissimi, tornare indietro a volte è una vera esperienza di cammino. Sì, perché se Gesù te lo sei lasciato dietro, solo andando indietro lo ritrovi.
E così questi carissimi Cleopa & friend, vanno indietro, senza indugio (senza stanchezze, senza sbuffare, senza rimandare a domani. Ed era notte. Ma, dopo aver capito che Gesù spezzando il pane e sparendo era con loro....era loro apparso...hanno trovato una forza dentro che bisogna andare a dirlo agli apostoli.
Problema nella loro mente (immaginiamo): "saremo creduti? Saremo credibili? O forse ci diranno di essere due pazzi esauriti?"

L'evangelista non si pone il problema, mentre io si. Si, perché sono anche io di quelli che fa troppi calcoli. Eppure quei due, si sono mossi. E quando arrivano sentono che Gesù era apparso anche agli altri.

Ok, direte voi: fine della storia, e tutti felici e contenti! Macché!!! Ci sono quelli che ancora non credono. Ci sono quelli che sono ancora presi dalla tristezza della fine di Gesù. Piangono ancora il morto. E Gesù, apparendogli, risponde a tutte le questioni che erano nel loro cuore e li invita a toccarlo. E perché non lo toccano, Gesù vuole mangiare. Ora, da che mondo è mondo, un morto non mangia. E nemmeno beve. E invece Gesù mangia e beve. Ecco una prova schiacciante della sua presenza.
Se prima c'erano dubbi (anche Cleopa & friend non avevano osato chiedergli chi fosse, anche se poi avevano capito che era Gesù) ora nessun dubbio.

Il primo regalo che Gesù fa a questi è il potere di rimettere i peccati. Sì, perché Gesù sulla croce aveva detto: Padre perdona loro che non sanno quello che fanno. Per cui, il primo dono è proprio la possibilità di togliere quel peccato grande di non aver creduto in Gesù. Lo Spirito Santo alitato su di loro permetterà a questi di poter rimettere i peccati, battezzando. E la storia prosegue negli Atti degli Apostoli in cui si racconta che a tantissime persone questo potere viene applicato ed avviene il miracolo della conversione.

Anche per te può esserci stato questo passaggio: dal peccato alla vita, attraverso un miracolo chiamato "remissione dei peccati".Questo è un grande regalo che la Chiesa ci trasmette attraverso i presbiteri (sacerdoti) e che noi tante volte lasciamo per "autoassolverci". Eh, carissimi, se ci autoassolviamo non otteniamo quello Spirito Santo che attraverso le mani del sacerdote ci purifica davvero rendendoci nuove persone.

Quei discepoli ed apostoli sono nuove persone grazie allo Spirito Santo. Non hanno fatto nulla per meritarlo. Anzi...di per sè non l'avrebbero meritato, visto che sono andati via fuggendo dalla croce e lasciando solo solo Gesù nel momento del bisogno più estremo. (tanti dicono che gli amici si vedono nel momento del bisogno....eppure qui non c'era nessuno, se non la Madre Maria, altre donne...e, a detta dell'evangelista Giovanni, un discepolo che sentiva fortemente di essere amato da Gesù, probabilmente Giovanni stesso).

Carissimo amico o amica che stai leggendo, questi segni sono stati scritti per la tua fede. Ma ora devi fare il passo ulteriore: devi credere non solo per questi segni raccontati e veri (che hanno suscitato tanti martiri nel corso dei secoli) ma devi credere perché tu stesso/a sei stato graziato, sei stato oggetto del suo grande amore misericordioso.

Perciò, non pensare più di non meritarti quel perdono dai peccati anche più scabrosi, di cui hai vergogna e che non riesci nemmeno a raccontare a te stesso...figuriamoci al sacerdote!. Non pensare che quei peccati siano l'ostacolo alla misericordia di Dio: piuttosto, ringrazia Dio che non pensa che i tuoi peccati siano imperdonabili. Dio non vede l'ora di dire anche a te: tocca le mie ferite e le mie piaghe.

Le ferite e le piaghe di Gesù sono vere....e sono vere anche quelle che nell'umanità intera ancora oggi sanguinano. Sanguinano le ferite della povera gente, sanguinano le ferite di chi è solo, sanguinano le ferite di chi è stato oltraggiato, offeso, calunniato e mai riabilitato, sanguinano le ferite fatte a causa dei peccati più scabrosi come l'aborto, come gli omicidi innocenti, come le stragi senza senso. Ma sanguina ancora anche il cuore di Gesù a causa dei peccati tuoi, se questi non hai ancora il coraggio di metterli nelle sue mani sante.

Questa è la vera riconciliazione, altro che "autoconfessione", che tanto spesso è più un indice di paura e di poca stima di sè, oltre che di scarsa e dubbia fede!
Coraggio, fratello, sorella, non temere: Gesù risorgendo ti invita a fare esperienza viva del suo perdono. Abbi solo coraggio.

Non ho altre parole per oggi, ma sono sicuro che più che le parole bisogna passare ai fatti e diventare testimoni coraggiosi di quello che Gesù ha fatto per ciascuno di noi.

Ciao.
d. Nazareno
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