Commento su At 3,13-15.17-19; 1Gv 2,1-5; Lc 24,35-48
La liturgia di domenica scorsa Attraverso l'episodio Dell'incredulità di Tommaso ci ha fatto meditare come l'uomo crede solo quando ha delle certezze, ma credere significa avere fiducia nel mistero del Cristo risorto e attraverso lui credere senza vedere. Questo infatti ci dice la beatitudine: "Beati coloro che crederanno senza avere visto".
La liturgia di questa domenica vuole invece farci comprendere come dopo la sua risurrezione il Cristo sia veramente vivo in mezzo a noi, nelle nostre giornate nella nostra vita quotidiana.
La fede in Cristo è proprio questa: Credere che Cristo sia veramente risorto e viva ogni giorno con noi quale amico fedele per sempre.
Nella prima lettura tratta dagli atti degli Apostoli, Pietro ricorda al popolo che "il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, colui che voi avete rifiutato e mandato a morte preferendogli un assassino".
"Avete ucciso l'autore della vita ma Dio l'ha risuscitato dai morti e noi ne siamo testimoni, ora io so fratelli che voi avete agito così per ignoranza ma Dio ha fatto si che si avverasse quanto aveva detto per bocca dei profeti e cioè che il suo Cristo doveva soffrire".
"Convertitevi e cambiate vita affinché siano cancellati i vostri peccati".
"Avete preferito al Cristo un assassino lo avete consegnato alla morte": Pietro rimprovera il popolo, ma lo giustifica dicendo che lo avevano fatto per ignoranza, ma il Dio della vita lo aveva risuscitato e glorificato. Quale grande mistero si realizza quando Dio prende in mano alla nostra vita la sconvolge affinché l'uomo possa viverla come lui l'aveva pensata.
Dio Padre capovolge le nostre storie e le rende diritte sul cammino giusto per la nostra salvezza e per la nostra gioia già qui in terra.
Con il ritornello del Salmo responsoriale Rispenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto l'uomo chiede al Signore di ascoltare la propria preghiera quando lo invoca, di aver pietà di lui, infatti crede che il Signore faccia prodigi grandi per chi gli è fedele.
Solo se avremo la sua luce potremmo vedere ciò che è bene per noi, allora potremmo coricarci sereni e riposare in pace.
Nella seconda lettura l'Apostolo Giovanni insegna a non peccare, ma dice ancora che se qualcuno ha peccato non deve disperare perché noi abbiamo un paraclito presso il Padre, Gesù Cristo, lui la vittima di espiazione per i nostri peccati, e solo se osserviamo i suoi comandamenti possiamo avere in noi l'amore di Dio.
Questo però non ci autorizza a vivere come vogliamo, a commettere qualsiasi scemenza tanto poi c'è chi ci perdona, L'apostolo vuole farci comprendere che Dio è misericordioso verso di noi peccatori, cioè che anche se pecchiamo lui è sempre vicino a noi e attende per riprendere insieme il cammino dandoci la mano per sostenerci.
Le letture di questa domenica ci indicano come l'uomo deve essere pronto a pentirsi, a convertirsi, ad accogliere la Parola, ad osservare i comandamenti, a credere nel perdono dei peccati.
Troviamo nel brano di vangelo dell'apostolo Luca i due discepoli di ritorno da Emmaus che raccontano ai dodici come avevano riconosciuto il Cristo risorto nel gesto dello spezzare il pane.
Proprio mentre essi parlavano Gesù stette in mezzo a loro e gli disse: "Pace a voi". Essi rimasero sconvolti e lo presero per un fantasma, ma Gesù li tranquillizzò dicendo che era proprio lui, gli disse di guardare i suoi piedi e le sue mani che avevano ancora i segni dei chiodi e così pure il suo costato squarciato. Gli apostoli erano allora pieni di gioia ma ancora pieni di stupore per questo Gesù chiese se avevano qualcosa da mangiare, affinché credessero che era veramente lui ed era risorto. Dopo aver mangiato il pesce arrostito che i discepoli gli avevano dato ricorda loro ciò che gli aveva detto prima di morire e gli aperse la mente per farli comprendere le scritture: si sono compiute tutte le cose che la legge di Mosè aveva detto su di me, soprattutto che il Cristo doveva morire e risorgere dopo tre giorni, e nel suo nome sarebbero state predicate a tutti i popoli la conversione e la remissione dei peccati.
L'Apostolo Luca ci propone quasi un itinerario delle apparizioni del Cristo per farci comprendere meglio che il Cristo Crocifisso è veramente il Risorto. La Risurrezione di Cristo è la certezza per noi cristiani dell'esistenza della vita eterna.
Il Cristo è risorto, è tornato dopo la sua morte tra i suoi in una dimensione diversa da quella dell'uomo, ma è veramente vivo tra noi e per noi. Necessaria allora per la nostra vita, per credere che è veramente risorto la conversione attraverso la fede. Se riusciremo ad uscire da noi stessi e a condividere la sua vita mangiando il suo corpo che ci ha donato attraverso l'Eucaristia vivremo per sempre la novità della Pasqua.
Se sapremo essere presenti nella nostra vita quotidiana dove c'è bisogno di noi, se condivideremo la sofferenza, le gioie, i problemi di tutti i giorni con i fratelli allora il Cristo risorto sarà sempre con noi: Cristo non vuole essere sugli altari ma vuole essere vicino a ogni uomo per il quale ha realizzato la salvezza con la sua morte e risurrezione, Egli vuole che tutti gli uomini possano tornare redenti al Padre.
Ci chiede di convertirci, ci chiede di non avere paura perché la risurrezione ha sconfitto la paura della morte, vuole instaurare con i suoi discepoli e quindi con tutti noi un rapporto di amicizia, di condivisione, di amore, di confidenza.
Cristo mostrando ai discepoli i piedi e le mani vuole precisare che il Cristo risorto è proprio quello che è morto in croce, che il calvario, la morte e la risurrezione sono una cosa che non finirà mai. Ma vuole sopratutto che l'uomo non dimentichi "quella follia della croce " perché solo quella sostiene l'uomo e lo accompagna nella vita quotidiana. Gesù chiede infine di mangiare per dimostrare la semplicità e la concretezza degli avvenimenti quotidiani, la realtà della Pasqua entra così anche nei semplici gesti di ogni giorno attraverso i quali non conduciamo il cammino della nostra vita.
L'unione con Cristo attraverso l'Eucarestia ci consente di dare come cristiani una vera testimonianza di vita vissuta con Lui.
Per la riflessione di coppia e di famiglia:
- La novità della Pasqua per noi è la nuova dimensione che il Cristo ci presenta dopo la sua risurrezione. Siamo consapevoli che lui sarà presente per sempre in ogni uomo?
- Cristo per noi è veramente risorto? Testimoniamo questo nella nostra vita?
- Il popolo ebraico per ignoranza ha preferito un "assassino" ad un "giusto". Noi cristiani che conosciamo la Parola quante volte, solo forse per indifferenza, preferiamo al Cristo le cose vane ed inutili della vita. Siamo in questa Pasqua capaci di convertirci veramente e cambiare i nostri progetti per allinearci ai progetti di Dio?
- Cristo è veramente risorto: ecco il grande avvenimento della nostra storia di cristiani, ma in noi c'è veramente la gioia grande perché ora Gesù sarà sempre con noi nel nostro quotidiano?
- La novità della Pasqua ha sconvolto la nostra esistenza? Se no perché?
Gianna e Aldo - CPM Genova