Omelia (19-04-2015)
mons. Antonio Riboldi
Sono proprio Io!

Quello che colpisce tutti, credo, è il pessimismo dilagante, che si nota nelle parole e sul volto di troppi, e vicino al pessimismo si respira tanta paura, di cui non si sa nemmeno spiegare le ragioni.
Una paura che mette addosso tanta, ma tanta, insicurezza in quanto facciamo e viviamo.
Pare che tutte le speranze che, nel tempo, ci eravamo costruite, lentamente si sciolgano come neve al sole. Ed abbiamo ragione, perché di nulla possiamo essere certi qui sulla terra, a volte neppure di quelli in cui si era forse posta tutta la nostra fiducia, perché li si riteneva amici o persone care, magari familiari... Dichiara il salmista: ‘Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e felice l'uomo che confida nel Signore', sì, perché Lui non delude. Gesù non era e non è uno che ti lascia per strada, abbandonandoti al tuo destino.
Se ti chiama e tu lo segui, Lui non ti lascia mai. Sono gli uomini che ‘scompaiono', dandoci l'impressione di avere riposto il nostro amore nel ‘nulla': sono i momenti del buio della vita, della speranza che pare andare in frantumi, in cui ci ritroviamo ad essere, come gli apostoli, sorpresi anche dalla Sua apparente assenza nelle nostre difficoltà, come se fosse solo ‘un fantasma' o come se Cristo non fosse mai risorto, ma fosse rimasto sempre là, immobile e senza vita, nel sepolcro... un ‘fantasma', appunto, senza consistenza.
È quella stessa speranza e fede che sono mancate per un momento agli Apostoli, impauriti dalla morte di Gesù. Hanno vissuto quell'incertezza che è davvero l'oscurità dell'anima, che anche noi possiamo provare, quando per qualche dura prova della vita perdiamo la serenità o viviamo il dubbio che tutto sia illusione, amareggiati dalle delusioni e dai tradimenti: una sofferenza che tutti, credo, seppur in forme forse diverse, abbiamo sperimentato.
È la prova della nostra fede ed è in quei momenti che, a volte, si spalanca poi all'improvviso il Cielo di una gioia inattesa, come narra il Vangelo di oggi.
"In quel tempo di due discepoli che erano ritornati da Emmaus narravano agli Undici ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: ‘Pace a voi!'. Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: ‘Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate: un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che ho io.'
Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: ‘Avete qui qualche cosa da mangiare?'. Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: ‘Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi'. Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: ‘Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni'". (Lc. 24, 35-48)
VederseLo lì davanti, Glorioso, Lui, che credevano sepolto per sempre, certamente deve averli sconvolti. Quell'irrompere improvvisamente nella loro vita, Risorto, ha ‘cambiato' la loro esistenza!
Niente è stato più come prima! Gesù li ha portati in ‘un altro mondo', dove non esistono il tradimento, la finzione, il male: la morte non ha più posto, c'è posto solo per la Gioia, la Vita.
Viene da chiederci se anche noi crediamo davvero nell'inaspettato e atteso Dio che vuole ogni giorno farci rinascere a questa vita nuova: ‘Pace a voi!', camminando con noi, nella nostra quotidianità.
È vero che il vivere è a volte un viaggio duro, pericoloso, insidiato da difficoltà e delusioni di ogni genere, ma non lo è più, se siamo sorretti dalla fede di chi cammina con e verso Gesù Risorto.
Per questo stupisce e disorienta il rendersi conto di quanti, troppi, vivano come se il Cielo non ci fosse e, quindi, neppure una vita nuova dopo la morte. Viviamo un tempo di tale consumismo, che lascia poco posto al desiderio del divino....come se fossimo ben ‘sepolti' alla gioia, preferendo il buio delle creature senza vita: successo, potere, denaro, che diventano davvero il veleno della vita, magari ingannando e tradendo persino gli affetti più cari!
Eppure non possiamo non sentire la nostalgia di un amore più grande, che non può avere casa quaggiù, dove, se siamo fortunati, possiamo al massimo godere di qualche sprazzo, che è come un raggio di sole, che si affaccia al mattino e scompare al tramonto. Basta un briciolo di verità nella nostra coscienza spesso sopita, se non ottenebrata, un barlume di desiderio... Se in noi, come negli Apostoli, c'è almeno una ricerca, una voglia di seguirLo, un vago desiderio di vederLo e quindi di stare con Lui, allora Lui fa il primo passo verso di noi.
Certamente non è cosa da poco saper accogliere Cristo, che cerca in tutti i modi di ‘apparire a noi'. Ma Lui ci sorprende, se solo glielo permettiamo, viene, toglie la pericolosa ‘nube' che lo nascondeva, come non ci fosse, ‘apre la nostra mente' e Lo ‘vediamo'... Lui c'è, è vivo!
E la nostra spesso spiritualmente povera vita, cambia, perché scopriamo che nella Resurrezione di Gesù, non c'è solo una conferma della nostra fede, ma vi è qualcosa di infinitamente più grande: l'aver ritrovato ‘la vera Via, Verità e Vita'. Quella Via che non solo non porta ad una negazione del domani, che è la nostra resurrezione con Cristo, ma dà senso di futuro anche al presente! Vivere è così avere un piede su questa esperienza terrena ed un piede nell'eternità. E vivere con gli occhi fissi al Paradiso, credetemi, è il motivo della Gioia che è in tanti, che sono con noi e tra di noi.
È quello che prego per tutti voi, miei amici, sempre e voi chiedetelo per me.