Commento su Gv 6,34-35
"Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane". Gesù rispose loro: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!"
Gv 6,34-35
Come vivere questa Parola?
Come la Samaritana chiede l'acqua che zampilla per la vita eterna (4,15), oggi la folla chiede quel pane: "Signore, dacci sempre questo pane", quel pane che compie l'opera di Dio e dà vita al mondo. Quanto questo dialogo nella sinagoga di Cafarnao è simile a quello davanti al pozzo di Giacobbe! Fame e sete che mascherano quella fame e quella sete profonda alla quale il nostro cuore anela.
Signore dacci sempre questo pane, perché senza di Te non possiamo nulla!
La voce di un testimone
Negli Acta Martyrum noi abbiamo un'impressionante narrazione dell'interrogatorio subito da Saturnino, Dativo e altri nella colonia di Abitina in Africa durante la persecuzione di Diocleziano (304), che li condusse al martirio
"Hai agito contro le prescrizioni degli imperatori e dei Cesari radunando tutti costoro". E il presbitero Saturnino, ispirato dallo Spirito del Signore rispose: "Abbiamo celebrato l'eucarestia domenicale (dominicum) senza preoccuparci di esse". Il proconsole domandò: "Perché?". Rispose: "Perché l'eucarestia domenicale non può essere tralasciata (non potest intermitti dominicum)" (Acta Saturnini, Dativi, et aliorum plurimorum martyrum in Africa IX).
Il proconsole interroga poi Emerito:
"Nella tua casa sono state tenute riunioni contro il decreto degli imperatori?". Emerito, ripieno di Spirito Santo, disse: "In casa mia abbiamo celebrato l'eucarestia domenicale". E quello: "Perché permettevi loro di entrare?". Replicò: "Perché sono miei fratelli e non avrei potuto loro impedirlo". "Eppure - riprese il proconsole - tu avevi il dovere di impedirglielo". E lui: "Non avrei potuto perché noi cristiani non possiamo stare senza l'eucarestia domenicale (sine dominico non possumus)" (Ibid. XI).
suor Monica Gianoli FMA - mogianna@libero.it