Omelia (19-04-2015) |
don Roberto Rossi |
La nostra fede in Cristo Risorto e la nostra missione Ci è dato di vivere il tempo pasquale nella fede e nella testimonianza della vita: "E' stato ucciso l'autore della vita, ma Dio l'ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni". L'incontro con il Risorto non è facile. Gli apostoli passano da un atteggiamento all'altro: stupiti, spaventati, turbati, una grande gioia, ma "non credevano ancora". Non è facile credere per chi ha visto Gesù catturato, condannato, messo a morte sulla croce. Non è facile credere dopo gli avvenimenti drammatici che sono accaduti. Ma Gesù stesso appare ai suoi, mostra le mani e i piedi e dice: "Toccate e vedete". Non è un fantasma quello che appare loro. E' proprio Gesù, quel Gesù che avevano ascoltato, che avevano visto agire, compiendo gesti straordinari di bontà, di guarigione, di liberazione, di perdono. E' una persona viva, la stessa persona con la quale erano stati per tre anni, che avevano seguito per le vie della Palestina, che avevano tanto amato. Ciò che è accaduto è troppo bello perché possano crederci subito. Ma Gesù non sta a ricordare il passato, interpreta le Scritture, fa scoprire il significato di quanto è accaduto, e dopo che li ha convinti della sua risurrezione, li spinge decisamente in avanti. Attraverso le Scritture trovano tutto il senso del mistero di Gesù: la sua passione, morte, risurrezione è un compimento: c'è un progetto che si è realizzato e questo progetto non si ferma qui. C'è una missione, un impegno che viene affidato a loro e a quelli che verranno dopo di loro: predicare a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati. Certamente il compito è troppo grande perché possano farcela consolo con le loro forze. Per questo viene donato loro lo Spirito Santo, perché li guidi, li sostenga, infonda loro coraggio ed energia. Ma non dovranno dimenticare che la strada è quella di Gesù: passione, morte e resurrezione. Una strada non facile, ma una strada di vita. Anche per noi oggi si tratta di sentire Gesù vivo: le Scritture ci aiutano a comprendere il senso della sua donazione, l'Eucarestia ci nutre di Gesù e ci tiene uniti come popolo di credenti. E la prova che siamo discepoli del Risorto è che non ci rinchiudiamo nelle nostre piccole cerchie, ma affrontiamo il mare aperto della storia, per portare il vangelo, la sua gioia, la sua verità. |