Omelia (26-04-2015) |
don Nazareno Galullo (giovani) |
Fuggire da Gesù? Impossibile! Un giorno chiesi ad un uomo di grande spiritualità (attualmente vivente) cosa potessi fare per il gruppo dei giovani della mia parrocchia. Egli, senza mezzi termini, dopo un silenzio di meditazione, mi disse: "don Nazareno, devi dare la vita per loro!" Io, devo essere sincero, non riuscivo a capire. Ero il loro parroco, li avevo cresciuti, cercavo sempre di essere premuroso per la loro crescita spirituale...non capivo cosa volesse dire "dare la vita per loro". Questo gruppetto di giovani e giovanissimi seguiva da anni i miei consigli: diversi di loro erano educatori dell'Oratorio, si pregava insieme e si era cercato di formare dei giovanissimi che potessero essere di esempio agli altri nella preghiera. Avevano anche frequentato un seminario di vita nuova nello Spirito Santo ricevendo il Battesimo-Effusione nello Spirito Santo. Non riuscivo a capire cosa volesse dire "dare la vita per loro". Non più di un mese dopo iniziò il doloroso calvario che doveva farmi capire piano piano, ma anche molto fortemente, cosa volesse dire quel "devi dare la vita per loro". Incontrai Giacomo e vidi che non mi guardava più negli occhi. Era triste e pensieroso. Pensai gli fosse successo qualcosa. Vidi Melania e anche lei si era intristita. Non frequentava quasi più gli incontri di preghiera, e la domenica durante la Santa Messa si sedeva lontano, dietro una colonna. Filippo, aveva incontrato da poco una ragazza che abitava tre regioni d'Italia più distante e non aveva più tempo per la parrocchia, avendo ottenuto, benché minorenne, il permesso di viaggiare durante i week-end per incontrare questa ragazza che aveva conosciuto durante le vacanze estive. Quando era di ritorno al paese, non frequentava più la parrocchia e i suoi occhi si spensero. Germano, che aveva chiesto di entrare in Seminario e che avevo presentato per un periodo di discernimento, non mi salutava più, come se gli avessi detto delle cose offensive. Eppure...mai detto nulla. E per non pesarvi durante la lettura, vi dirò che alla fine tutti i giovani e giovanissimi, chi prima chi dopo, chi per emulazione degli altri e chi di sua spontanea volontà, chi per obbedire ai genitori "pagani", e chi per seguire i consigli di qualche lupo travestito da agnello, si allontanarono tutti. Ho capito cosa volesse dire "dare la vita". Una distruzione tale non era mai avvenuta nella parrocchia..., Dare la vita sapete cosa è significato? Pregare per loro, pregare per i loro tradimenti, pregare nonostante i loro "sì" al Signore fossero diventati dei veri e propri NOOOOOOOOOOOO,. Una preghiera dura, triste, che non dà alcuna soddisfazione immediata. Soffrire per loro, soffrire ingiustamente. E soffrire senza giusti e veri motivi. Soffrire e dover patire su una croce tremenda: quella della calunnia. Io, piccolo prete di collina, ho capito cosa volesse dire quel "dare la vita". L'ho consegnata al punto di essere stato calunniato, offeso e vilipeso dagli stessi che avevo amato con tutto il mio cuore e a cui avevo dato fiducia immensa. Al punto che alcuni di loro li avevo scelti per farli ministri straordinari dell'Eucaristia, dandogli fiducia più estrema di affidar loro il Corpo Vero di Gesù Cristo. Persone che, però, non ho mai smesso di amare, nonostante i voltafaccia senza motivo. O così credevo. Poi ho scoperto che i motivi stavano nell'aver seguito le dicerie di gente che pretendeva di gettarmi nel discredito per invidia. L'invidia, tremenda malattia, ma soprattutto tremendo peccato che grida di fronte agli innocenti, aveva ucciso le anime dei giovani...., il maligno cercava di farsi credere buono, di apparire un mite e giusto consigliere. Il tentatore sa usare benissimo le armi del mascheramento e inganna tutti quelli più predisposti. Ma sono sicuro che il Signore ascolta anche la preghiera di chi, come me, loro pastore, aveva e ha il cuore ferito (oggi abbastanza rimarginate, ma restano i segni di quelle ferite) ma continua a pregare e a dare la vita. A tutta prima starei per dire: chi sono io per paragonarmi a Gesù? Però, a ben pensarci, se è vero che il cristiano è una persona che deve conformarsi a Cristo...e prendere la sua stessa croce e seguirlo nello stesso destino...beh, allora posso dire che ho capito quanto amaro è "dare la vita". Sì, perché satana odia chi "da la vita per gli altri" e sferra i colpi che sa sferrare. Satana è un poveraccio che nella vita ha letto un libro di medicina per corrispondenza e fa credere gli altri di essere un grandissimo medico che cura anche le malattie impossibili. Molti gli vanno dietro. Molti vanno dietro ai falsi pastori, a quelli che credono di essere potenti solo perché hanno alle spalle qualcuno come loro....per cui possono permettersi persino di scalzare gli altri, di fomentare calunnie...e credono di essere credibili solo perché rivolgono la loro azione verso quelli più deboli. Come a dire...si crede potente perché usa la sua forza verso i deboli. Ma, dare la vita per le proprie pecore, anche per Gesù è significato morire sulla croce...e perdonare. Perché, se io, o tu, caro fratello o sorella, non sappiamo perdonare...ci ritroveremo sotto la croce e non sulla croce...., anzi ci ritroveremo a ragionare con la nostra mente, a discutere sulle ingiustizie...ma non avremo salvato nemmeno noi stessi. Dare la vita è il compito del pastore, è quello che fa Gesù...verso tutte le pecorelle. Gesù non dispera nella situazione anche di quelle pecore che anziché ascoltare il pastore ascoltano il mercenario, solo perché il mercenario è più attraente. Un po come quelli che abbandonano il proprio pastore che gli parla di amore, di perdono e di castità e vanno da quei guru di falsa spiritualità che nei loro cortili parlano di sesso sicuro e magari regalano i profilattici contro l'Aids, anziché insegnare la verità di Gesù. Come, quei falsi pastori che in pubblico alzano la voce contro la minigonna e poi, lontano da tutti fanno notti brave con ragazze conosciute qua e là. Scusatemi gli esempi, non ne trovo di migliori. Questi non sono esempi falsi. Se un pastore non dà la vita, diviene egli stesso un mercenario. Uno che fa il mestiere, uno che trae vantaggio. Con la verità certa che appena viene una difficoltà..abbandona e fugge. Fugge perché è codardo. Chi ha usato le pecore per i propri vantaggi fugge...fugge dietro le leggi, si va a nascondere dietro a qualcuno più forte di lui....mente sapendo di mentire pur di negare di essere fuggito. Fuggire è da codardi, e i codardi sanno nascondersi solo dietro ai lupi come loro. I codardi travestiti...sanno anche come apparire delle brave persone agli occhi del pubblico. Fanno anche la parte di chi prega, di chi è umile. Niente di più falso. La fuga per loro è mascherare la verità facendosi credere dei buoni pastori. Ma fino a quando non viene uno più forte di loro che li smaschera....e Gesù è ben più forte di loro. Gesù non fugge mai .Non è fuggito di fronte ad una ingiusta condanna. Gesù non ha nemmeno rimpianti. E ci insegna che c'è un tempo in cui anche le pecorelle disperse dal falso pastore-lupo, un giorno, ascolteranno di nuovo la sua voce. La speranza del pastore che si conforma a Gesù è: che tutte le pecorelle...fuggite dietro il lupo che si era vestito da pastore...un giorno tornino nell'ovile e trovino braccia aperte. Gesù, è il vero e unico buon Pastore. P.S.: Consiglio ai più giovani. Non seguite i falsi pastori...solo perché vi sembrano agnellini. Ricordatevi che nella vostra parrocchia il pastore è Cristo...e Cristo vi ha donato il vostro parroco. :-). Lui è quindi il vostro pastore vivente. .-) |