Omelia (02-08-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mt 13,54-58

Gesù, purtroppo, non è all'altezza del suo ruolo. E non fa nulla per esserlo. La sconcertante pagina di oggi mette a nudo uno dei reali problemi che riguarda Gesù: è difficile riconoscere in lui l'opera di Dio visto che non si adegua al nostro immaginario religioso. Ma dai! Dio che fa il falegname? Che ha fratelli e sorelle? Che è stato compagno di banco di qualcuno del paese? Che ha litigato con lui per un fallo durante una partita? Come biasimare i poveri cittadini di Nazareth, già piuttosto svantaggiati nell'abitare in uno dei posti più sperduti e senza storia di Israele!... Gesù scandalizza perché non gioca a fare il guru, non solletica la nostra fantasia, non rinnega le sue radici popolane. Così anche noi, oggi, rischiamo di chiudere le orecchie all'annuncio evangelico per la povertà e l'incoerenza di chi ce lo proclama. Non siamo disposti ad accogliere la novità del Regno perché ci sembra che le persone che ne parlano devono ancora convertirsi a ciò che dicono. E, in questo, abbiamo perfettamente ragione: sempre chi parla del Vangelo ne è giudicato, sempre chi parla di Cristo cerca di scomparire dietro la Parola che converte lui e gli altri.