Omelia (08-08-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mt 16,13-23

Simone riconosce in Gesù il profeta, qualcuno di immensamente più grande: la presenza stessa di Dio, il Messia atteso da tempo. E la sua professione di fede è davvero straordinaria: Gesù non assomiglia in alcun modo al Messia vittorioso che tutti stavano aspettando. E Gesù gli restituisce il favore, svelandogli la sua identità profonda: Simone è una roccia, una pietra, è saldo nella fede e perciò su di lui i fratelli faranno affidamento. Ma Pietro non capisce bene il peso di ciò che il Signore ha detto: Gesù è disposto a svelare il volto del Padre in ogni modo, anche a costo di morire. Apriti cielo! Pietro lo prende da parte (è pur sempre appena stato nominato Papa!) e lo redarguisce: così facendo demoralizza le truppe. Povero Pietro! Non ha capito molto di ciò che sta accadendo! Gesù lo invita a conversione, a non ragionare come gli uomini ma di entrare nella logica di Dio... Gesù ci svela a noi stessi: quando lo riconosciamo nostro Signore giungiamo a capire chi siamo veramente. Ma la conversione dura tutta la vita: non basta avere un ruolo, nella Chiesa, per non incorrere in pesanti scivoloni, per non sbagliare. Occorre sempre vigilare su noi stessi.