Omelia (09-08-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mt 25,1-13

Estate di vacanza e di serenità, di giornate passate in spiaggia o in passeggiate fra i boschi o in casa, tranquilli. Ma anche estate per lasciare spazio all'anima, per lasciarla dilagare, per illuminare la nostra vita e la storia. Così un polacco che visse la guerra volle affidare l'Europa, oltre ai santi del passato come Benedetto, Cirillo e Metodio e Brigida, ad una santa nostra contemporanea la cui storia riassume in sé il meglio e il peggio del ventesimo secolo. Ebrea tedesca, intellettuale e filosofa, Edith fece un tormentato percorso di ricerca interiore per far maturare la sua appartenenza ebraica e per superare le incomprensioni fra scienza e fede. Lo fece attraversando gli anni bui della persecuzione razziale, diventando addirittura monaca carmelitana. Dal convento fu presa per essere uccisa in un campo di sterminio, solidale con il suo popolo. La sua figura si staglia nell'ombra cupa di quegli anni, quasi a volere dire a tutti che l'unico modo per combattere la follia è la ragione e la preghiera. Intellettuale e mistica, Edith ci richiama all'essenziale e alla vigilanza: ogni epoca corre il rischio di precipitare nell'obnubilamento della mente.