Omelia (19-08-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mt 19,16-22

Come fare per avere la vita dell'Eterno? La domanda del giovane è la stessa di molti di noi, segno di una curiosità profonda, di un desiderio latente di felicità, di nostalgia dell'infinito. Il giovane è andato dal rabbì di Nazareth perché spera di trovare una risposta. Così accade: le indicazioni di Gesù sono semplici, alla portata di molti; si tratta di seguire la via maestra donata da Dio al popolo di Israele, i comandamenti, le dieci parole; in particolare, in questo caso, quelle che hanno a che fare con la relazione, col prossimo. Il giovane afferma di avere sempre osservato le norme (beato lui, io proprio non me la sarei sentita di dire una cosa del genere!). Gesù allora osa, gli propone un salto di qualità, gli chiede di lasciare tutto per diventare discepolo. Non se la sente il giovane, troppe cose da lasciare, troppe certezze da rimettere in discussione. Anche a noi succede così: possiamo condividere la vita di Dio osservando le sue norme, comportandoci bene, oppure accettare il folle invito di Gesù e osare di più, diventando discepoli con passione ed entusiasmo. Certo, ci sono delle certezze da lasciare, ma, credetemi, ne vale la pena.