Omelia (06-09-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Lc 5,33-39 È difficile convertirsi, siamo onesti, tanto più difficile quando siamo convinti di essere nel giusto e di avere bisogno, al massimo, di una piccola revisione di facciata. La Chiesa, poi, noi Chiesa, su questo siamo abilissimi: appellandoci ai principi assoluti e alla Tradizione continuiamo a reiterare le tradizioni che sono le nostre piccole abitudini portate avanti con pigrizia, invece di convertirci sul serio. Così anche fanno i contemporanei di Gesù, i superdevoti, che fanno le pulci ai discepoli accusati di essere poco devoti e poco religiosi... Buffo: hanno pesantemente criticato il Battista e ora rimpiangono la sua ascesi e la sua severità. Gesù non prende molto sul serio queste critiche e invita tutti a guardare oltre, in alto: è una festa di nozze la sua presenza, chi mai potrebbe pensare di mettersi a dieta in quel giorno? Ciò che Gesù chiede ai farisei e a noi è un radicale cambiamento di mentalità: l'esperienza di fede come esperienza gioiosa totalizzante dell'incontro con lo Sposo che è Dio! Tutto il resto ruota intorno a questa scoperta, inutile mettere dei tacconi, delle toppe, alla vecchia idea di Dio, meglio prepararsi ad indossare l'abito della festa! |