Omelia (07-09-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Lc 6,1-5

Ci sono persone appiccicate alle regole, che vivono alla luce della propria autostima, che confondono la fede con un regolamento condominiale. Certo: la norma esplicita e incarna l'amore, è difficile credere nell'amore di una persona che non concretizza le proprie emozioni in scelte coerenti e verificabili. Ma la norma, vestito dell'affetto, può essere svuotata di contenuto e diventare un inutile orpello, specie quando ha a che fare con la fede! I farisei sono molto attenti al fatto che i discepoli di Gesù, oltre ad essere poco mistici (non digiunano!) passeggiando fra i campi colgono alcune spighe di sabato, quindi lavorando trasgrediscono il precetto del riposo! Hanno fatto delle regola la loro religione e Gesù cerca di convincerli (inutilmente) citando la Scrittura: l'episodio in cui Davide, fuggendo da Saul, giunge con i suoi compagni a Nord e chiede ed ottiene di cibarsi del pane delle offerte. Gesù, così facendo, oltre a dimostrare una sconfinata pazienza manifesta una grande conoscenza della Parola e della sua interpretazione e, soprattutto, ci insegna che ogni norma va inserita nel suo contesto: Dio vuole dei figli liberi non dei sudditi ossessionati dalle regole!