Omelia (11-09-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Lc 6,20-26

Luca riprende Matteo e il suo discorso della montagna con la strabiliante pagina delle beatitudini. Ma aggiunge qualcosa di suo, scoperto nella sua lunga e meticolosa indagine sull'origine della fede che egli ha conosciuto attraverso la predicazione di Saulo. Sintetizza le beatitudini e aggiunge quattro ammonizioni, quattro "guai" che spaventano, soprattutto nelle pagine del vangelo della misericordia. Perché lo fa? Me lo sono chiesto mille volte! Ma quest'anno questa pagina cade in una data che è diventata simbolica per noi uomini del ventunesimo secolo: l'11 settembre, momento in cui ci siamo paventati sapendo che si poteva usare la fede per giustificare ogni crimine e che la religione, invece di unire, poteva drammaticamente dividere. Ha ragione Luca a non fare le cose semplici: è impegnativo vivere le beatitudini e su tutto rischia di prevalere la logica del mondo, così ben sintetizzata nella drammatica sintesi che egli ne dà: piacere, ricchezza, potere. L'orizzonte in cui Luca si situa, però, ci apre alla speranza: le beatitudini contrapposte alla logica del mondo emergono ancora di più in tutta la loro strabiliante novità e innovazione!