Omelia (16-09-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Lc 7,1-10 Che sostanziale differenza c'è fra l'atteggiamento dei notabili di Cafarnao che "raccomandano" il centurione romano e lo stesso centurione! I primi cercano di convincere Gesù perché l'ufficiale è un buon benefattore e va accontentato, il secondo chiede aiuto al Maestro non per sé, ma per un suo subalterno che non conta nulla! I primi mettono il calcolo e il tornaconto al centro delle loro scelte, il secondo, pagano, ha colto l'essenziale del vangelo mostrando come la preghiera sia anzitutto dono di sé a Dio per chi ci sta accanto. Gesù, in effetti, si stupisce e loda pubblicamente la fede del romano: gentile e timoroso di disturbare, manifesta una fede incrollabile, la fiducia che, qualunque cosa succeda, certamente il suo servo sarà guarito. Solo se la nostra fede diventerà trasparente e disinteressata, ferma e risoluta, gentile e concreta potremo conoscere la profondità del mistero di Cristo. Iniziamo la settimana e l'anno pastorale con questa determinazione, portiamo a Cristo nella preghiera le persone che abbiamo accanto e che sono in pena e, soprattutto, imitiamo la splendida generosità del pagano che sa stupire anche Dio! |