Omelia (26-09-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Lc 9,7-9 Gli incubi ritornano. Erode aveva ascoltato volentieri il Battista. Fino a quando questi non era entrato nella sfera personale e lo aveva messo davanti alle sue responsabilità: aveva ripudiato la propria moglie legittima, creando peraltro un pesante incidente diplomatico sfociato poi in una guerra contro i nabatei ed aveva preso con sé la moglie di suo fratello. A quel punto il simpatico profeta era diventato scomodo e tutti sappiamo come finì durante quel pasto ufficiale nella fortezza di Macheronte. Fine del profeta, fine del disturbo, fine del grillo parlante. Fino a quando a Erode giunge notizia del Nazareno. Un altro profeta? E chi sarà mai? Sciocco Erode, quando capirà che i profeti saranno per sempre presenti e che Dio sempre manderà qualcuno a pungolarci per spingerci verso la conversione!? È inutile zittire la coscienza, annegarla in mezzo ad un diluvio di parole stordenti, inutile appellarsi al pensiero della maggioranza: l'uomo porta dentro di sé la chiave per aprire la porta della verità e della giustizia. Si illude Erode, ancora pensa di divertirsi e di solleticare la propria anima piccina e sbiadita ascoltando il predicatore di moda. Ben altro serve per convertirsi! |