Omelia (09-10-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Lc 11,1-4 Insegnaci a pregare chiedono i discepoli vedendo Gesù pregare. Perché dobbiamo pregare? Per dirci "cristiani"? Perché ci hanno insegnato così? Perché conviene farlo? La principale ragione è che siamo chiamati a pregare perché Gesù ha pregato. Affascinati dall'intimo rapporto che Gesù ha con il Padre, i discepoli lo hanno seguito mentre di notte si ritirava in solitudine e stava in lungo colloquio con Dio. Certo ogni discepolo era avviato alla vita di preghiera, recitava le benedizioni del mattino e frequentava la sinagoga e il tempio. Ma Gesù testimonia una preghiera completamente nuova, intima, una relazione famigliare con Dio che nessuno mai si sarebbe aspettato. E così i discepoli chiedono di essere introdotti a questo modo unico di pregare. Gesù li accontenta e consegna loro il Padre nostro, la preghiera dei figli. Poche richieste essenziali, la consapevolezza che Dio è un padre che ci ama, il valore del riconoscere la sua presenza in mezzo a noi. Anche noi oggi, Signore, ammettiamo che la nostra preghiera, spesso, è distratta o superficiale, tutta intenta a chiedere invece che a dialogare e ti diciamo con fede: Insegnaci a pregare. |