Omelia (19-10-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Lc 12,8-12 Possiamo tapparci le orecchie e chiudere gli occhi davanti all'evidenza, possiamo drammaticamente e ostinatamente chiudere il nostro cuore all'accoglienza della Parola, possiamo girare lo sguardo dall'altra parte e rifiutare la presenza di Dio. Dio opera ed agisce con discrezione nella nostra vita, certo, ma possiamo trovarci davanti all'evidenza e non accogliere la sua proposta di amore. Allora il nostro cuore si chiude all'azione dello Spirito Santo e non siamo più capaci di volare alto, di scoprire la nostra vera identità, il grande progetto che Dio ha sul mondo... che peccato! Il peccato contro lo Spirito è l'ostinato rifiuto di aprire gli occhi davanti alla misericordia e ci precipita in una cecità insormontabile che Dio rispetta. Anche Dio fa quel che può e non forza mai la nostra libertà. Possiamo scegliere di non conoscerlo, di non incontrarlo, di non stare con lui. Vegliamo su noi stessi, allora, guardiamoci con quanta più onestà possibile e restiamo disponibili alla conversione del cuore. E non spaventiamoci se, discepoli, saremo chiamati a rendergli testimonianza in un mondo sempre più intollerante verso la nostra Chiesa! |