Omelia (09-11-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Gv 2,13-22

Oggi la Chiesa celebra la dedicazione della chiesa cattedrale di Roma che non è la basilica di san Pietro, come alcuni pensano, ma quella di san Giovanni in Laterano. È l'occasione per noi per sentire vicina la comunione con la Chiesa romana prima fra i pari.


Ci sono strane idee sulla Chiesa, in giro, siamo onesti. In un mondo diventato piccolo, in cui tutti si sentono autorizzati a sapere cos'è la Chiesa, il vero messaggio della Chiesa rischia di passare in secondo piano. La Chiesa non è un'organizzazione religiosa che sente fortemente il peso degli anni, non una specie di holding del sacro che cerca di sopravvivere in un mondo di squali e nemmeno si riduce alla propria gerarchia. La Chiesa è la comunità dei fratelli radunati dal Maestro Gesù per stare con lui ed annunciare il Vangelo; ad ognuno dei discepoli è dato un carisma per l'edificazione vicendevole e per la costruzione del Regno. La Chiesa annuncia il Maestro, è completamente rivolta all'annuncio del vero volto di Dio in attesa del suo ritorno glorioso nella pienezza dei tempi. A partire da questa prospettiva siamo chiamati a rileggere tutto ciò che storicamente è stato costruito intorno a questo nucleo essenziale. E a purificarlo. La Chiesa, come annota sagacemente sant'Ambrogio, è casta meretrix, una prostituta vergine. Santa perché di Dio e peccatrice perché composta da uomini spesso fragili e incoerenti.