Omelia (12-11-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Lc 17,7-10 Abbiamo scoperto la bellezza del Dio di Gesù, abbiamo aderito alla sua proposta, abbiamo accolto la Parola e l'abbiamo lasciata fiorire in noi stessi, cambiando la nostra vita, illuminandola. Giorno per giorno, mese per mese, anno per anno, fidandoci del Signore abbiamo aperto il nostro cuore allo stupore. Ora sappiamo, ora conosciamo, ora tutto è più chiaro. Gioiamo nel lavorare nella vigna del Signore, siamo colmi di stupore nell'incontrare altri uomini e donne che come noi si sono fidati del Nazareno. Sì, noi crediamo, con forza, con determinazione, con fatica. E cerchiamo di leggere il mondo da una prospettiva altra. Alta. Forse siamo anche impegnati in qualche servizio ecclesiale, dal più modesto al più impegnativo, forse abbiamo anche delle responsabilità nelle comunità. Proprio a noi, proprio a chi ha maggiori incarichi il Signore ricorda una verità disarmante: è lui che agisce, non noi. Il mondo è già salvo, non dobbiamo salvarlo noi. Perciò siamo gioiosamente servi inutili. Perciò veri. Perciò liberi. Non dobbiamo dimostrare niente a nessuno, dobbiamo solo diventare trasparenza affinché, attraverso i nostri gesti, la gente veda il volto di Dio. |