Omelia (15-11-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Lc 17,26-37 Verrai, Signore. Verrai alla fine dei tempi, nella pienezza, quando nessuno ci penserà più. Quando penseremo che il tuo ritorno è ormai impossibile, una pia leggenda, una cosa che si dice ma cui nessuno crede, una di quelle cose della fede legate al passato, all'entusiasmo dei primi discepoli ma che, realisticamente, non accadrà mai. Verrai e allora saremo spiazzati, non capiremo, non saremo pronti, come non siamo mai pronti agli eventi improvvisi, alle sorprese inattese, alle cose grandi e piene di luce. Vieni, Signore, nel cuore di ognuno, chiedi ospitalità, chiedi di essere accolto, chiedi di osare, di credere. Vieni, ma siamo troppi occupati, troppo presi, troppo tutto. Vediamo passare Noé accanto a noi senza riconoscerlo e Lot, chiamato dall'angelo ad uscire dalle tante Sodoma e Gomorra in cui abitiamo. Li vediamo, ma non sappiamo più riconoscerli, non sappiamo più leggere i sorrisi accennati dei profeti, non sappiamo più interpretare le immense solitudini che essi riempiono. Prendici, Signore. Prendici, non lasciarci a vagare nella pochezza delle nostre vite. Prendici con te, rendici discepoli da ora e per sempre. |