Omelia (23-11-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Lc 20,27-40 Il nostro Dio è il Dio dei viventi perché a Mosè, nel roveto, parla dei patriarchi come di persone vive e presenti. Questa semplice e geniale intuizione di Gesù, questa esegesi in presa diretta che rivela, ancora una volta, la straordinaria conoscenza che Gesù ha della Parola, dovrebbe mettere tutti a tacere, soprattutto i sadducei che contestano la teoria della resurrezione professata dai farisei. Dio è Dio dei morti quando diventa solo comodo riferimento per schierarsi fra fazioni di pensiero. Dio è morto quando manipoliamo la parola per confermare i nostri pregiudizi. Dio è morto e sepolto quando cerchiamo di ingannare l'altro con un ragionamento contorto degno della peggior teologia. Dio è morto e sepolto quando ci nascondiamo dietro alle teorie invece di convertirci alla novità inattesa e inaudita del Maestro. Non tendiamo tranelli a Dio, accogliamo la verità e la novità della sua Parola come l'abbiamo colta. Che bello poter affermare con Gesù che il nostro è un Dio vivo e che noi siamo immortali in lui! |