Omelia (30-11-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mt 4,18-22

Concludiamo l'anno liturgico con un sorriso, stemperando i toni preoccupati delle ultime settimane. Il mese e l'anno terminano celebrando la festa di un apostolo (e che apostolo!): Andrea fratello di Simon Pietro, discepolo del Battista e compagno di Giovanni l'evangelista. Secondo la tradizione cristiana è stato Andrea ad evangelizzare l'oriente cristiano e nel primo millennio i due fratelli, Simone e Andrea, erano a capo delle due chiese sorelle, quella latina e quella ortodossa. Oggi la memoria di un apostolo ci dona una preziosa indicazione per comprendere in quale direzione occorra andare per riproporre con credibilità la nostra fede: ripartendo dalla predicazione degli apostoli. Il messaggio evangelico, innervato in una storia complessa e non sempre brillante, giunge a noi avvolto e a volte ingabbiato in una complessa rete di tradizioni e cultura che oggi rischiano di toglierne la vivacità e lo splendore. Ripartire dalla fede apostolica significa, concretamente, tornare alle radici dell'annuncio, alleggerirlo, riformularlo con un linguaggio comprensibile dall'uomo contemporaneo. Solo così sapremo dare gloria al Signore che abita la Storia e che attendiamo nella gloria.