Omelia (11-12-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Mt 11,28-30 Andiamo a lui, cercatori di Dio. Andiamo a lui, noi che desideriamo davvero vivere il suo vangelo nonostante il nostro limite. Andiamo a lui per riformare la Chiesa a partire da noi stessi. Andiamo a lui per ridare speranza al mondo, per incendiarlo d'amore. Andiamo a lui perché il mondo occidentale sta morendo, strangolato dalle regole che ci siamo imposti, soffocato d'egoismo e di benessere. Andiamo a lui come hanno saputo fare i pastori, i poveri del tempo, e i magi curiosi per natura. Andiamo a lui proprio perché sentiamo la fatica e l'oppressione di un mondo irrigidito e polemico, giudicante e feroce. Andiamo al Signore con leggerezza e verità, con passione e speranza, con fiducia e gioia interiore. Andiamo a lui perché lui solo può colmare la nostra sete di bene, il nostro grido di luce intima ed assoluta. Andiamo a lui in questo percorso di avvento che ci permette di ridefinire quale Dio vogliamo far nascere nella nostra vita. Andiamo a lui proprio perché sappiamo che lui solo può darci sollievo e ristoro. La fede è cammino, dinamismo, cambiamento. Se restiamo dove siamo non incontreremo Dio. Andiamo! |