Omelia (12-12-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Mt 11,11-15

Nel cammino di rinascita della fede, di accoglienza del Signore, troviamo accanto a noi fratelli e sorelle che, a volte inconsapevolmente, ci conducono verso Dio. Sono i profeti di oggi: persone che indicano con determinazione la strada che ci porta verso la conversione, che ci spalanca all'accoglienza. Il più grande fra i profeti, dice Gesù, è stato Giovanni. Proprio quel Giovanni che ha faticato a riconoscere nel Maestro il Messia atteso, tormentato dai dubbi per il profilo inatteso del Signore. Proprio quel Giovanni a volte eccessivo e radicale che ha affascinato e radunato le folle accanto a sé ma che ha faticato ad entrare nella logica del perdono evangelico. Lui è un grande, nonostante i suoi limiti, per la profonda passione che lo ha animato e lo ha spinto a donare la sua vita al servizio del Regno. E Gesù ci ricorda che per credere ci vuole forza e coraggio. E che credere comporta una lotta contro la violenza dentro e accanto a noi. La fede non è affare di mezze calzette ma di persone che sanno scegliere e che vogliono conoscere e che sanno mettersi in discussione. Il nostro tempo ha urgente bisogno di credenti motivati e determinati. Come Giovanni.