Omelia (13-12-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Mt 11,16-19 Ma anche davanti ai profeti come Giovanni, che pure affascinano, il mondo (e noi con esso) si comporta come i bambini annoiati che Gesù osserva giocare sulla piazza: non sono mai contenti del gioco scelto. Così i contemporanei di Gesù dopo un primo momento di euforia nei confronti del Battista, hanno finito col ridimensionare la forza della sua predicazione, accusandolo di essere uno squilibrato pieno di eccessi. Salvo poi rivolgersi a Gesù con la stessa perfidia accusandolo di essere un gaudente. Insomma: cosa va bene, un profeta che digiuna o uno che mangia? Anche noi rischiamo di non essere mai soddisfatti (di noi stessi, della vita, di Dio...) accusando tutti e lamentandoci di tutto salvo poi non sapere nemmeno noi stessi cosa vorremmo. Proprio come i bambini viziati che non sanno accontentarsi mai. In questo tempo di avvento prendiamo sul serio la proposta del Signore, sappiamo gioire di ciò che siamo e abbiamo e, soprattutto, dell'immensa fortuna del poter ascoltare e accogliere la Parola che il Signore ci dona. Solo un cuore che ancora si sa stupire può accogliere l'inaudita notizia di un Dio che diventa uomo. |