Omelia (17-12-2013) |
Paolo Curtaz |
Commento su Mt 1,1-17 Un lungo elenco ci introduce nella novena in preparazione al Natale. Un elenco solo all'apparenza arido, ricco di una serie di nomi in maggioranza sconosciuti. E non importa se la genealogia di Matteo si discosta in gran parte da quella parallela di Luca: l'intento degli evangelisti non è certo quello della precisione storica, ma quello del messaggio teologico. Partendo da Abramo Matteo ci vuol comunicare che Gesù è il compimento della ricerca iniziata dal primo chiamato, padre delle tre fedi monoteistiche. E in questo elenco troviamo personaggi noti insieme a nomi di cui nulla possiamo sapere: la storia della salvezza si realizza in mezzo ai grandi eroi ma anche fra le persone umili sconosciute ai più. E fra quei nomi compaiono grandi santi e grandi peccatori, personaggi straordinari e altri decisamente ambigui, eroi e meschini. È la nostra storia, la verità della nostra condizione umana. Gli evangelisti non fanno come in similari genealogie che celebrano la venuta del condottiero: Gesù proviene proprio dalla nostra piccola e fragile umanità, capace di vette e di abissi, capace di slanci e di piccinerie. Totalmente uomo sarà l'inviato di Dio. |