Omelia (21-12-2013)
Paolo Curtaz
Commento su Lc 1,39-45

Danzano nella polvere del cortile le due donne. Diverse per età eppure coinvolte dalla stessa follia dilagante di Dio: una sarà la madre del Battista, l'altra del Messia. Danzano e ridono, cantano come ubriacate dallo Spirito. Danzano perché tutto ciò che è accaduto è la realizzazione di ogni attesa, di ogni speranza, di ogni promessa. Danzano perché ora sanno che accade, che davvero Dio è in mezzo a noi. Anche noi siamo chiamati a danzare in questo Natale. Non so come stiate vivendo questo Natale 2013, forse con fatica ed apprensione. Esattamente come la piccola Maria che si trova davanti un futuro di esilio e di fatica. Poco importa: Maria ed Elisabetta ci insegnano a non guardare solo alla nostra piccola vita, alle nostre piccole vicende personali. Se la nostra vita è irta di problemi, se la nostra vita è travolta dal dolore possiamo comunque danzare. Danzare perché Dio salva il mondo anche attraverso di noi, danzare perché nonostante tutto il Signore realizza il suo progetto di salvezza. Possiamo far parte di questa storia, leggerla nella nostra vita, realizzarla, imparare a conoscerla. Danziamo, fratelli, Dio ancora sceglie di nascere.