Omelia (03-05-2015)
don Nazareno Galullo (giovani)
Le arance belle lucide e incerate...te le mangi tu! Per me frutta fresca :-)

Ciao, queste belle parole di Gesù "rimanete in me ed io in voi" sono belle solo all'ascolto. E' un po come quando un amico ci dice cose belle, o forse una fidanzata ci sussura parole dolci e amorevoli. Poi ti voglio vedere durante il matrimonio, quando i problemi sono così abbondanti che quel "miele" di quando si aveva 20 anni...è diventato un pezzo duro!
Perché inizio così pessimisticamente? No, fratelli e sorelle, non è pessimismo: è realismo. Gesù dice "rimanete in me ed io in voi", e se queste parole, staccate dal contesto sembrano parole dolcissime, di quelle appunto come dicevo su, di fatto queste parole sono MACIGNI.
Vi spiego perché. Seguitemi.

Gesù pronuncia queste bellissime parole dopo aver parlato di POTATURA. Egli si è paragonato ad una vigna...ed ha parlato di tralci da potare. Anzi, il potatore è il Padre. Gesù non dice ai suoi discepoli che saranno potati, ma dice innanzitutto che il Padre pota Lui, cioè il suo Figlio. Il Padre poterà ogni tralcio che in Lui(Gesù) non porta frutto.
E poterà anche quelli che portano frutto perché ne portino di più.
Ora direte voi: vabbè, alla fin fine viene potato Gesù...anche la Croce che Egli subirà sarà una grande potatura per un frutto ancora più grande, e cioè la salvezza dell'Umanità.
Ok. Se fosse così, possiamo chiudere qui....e vissero tutti felici e contenti (grazie al grande regalo della Croce di Gesù). Punto.

Oppure....

Ricordiamo questo: ogni tralcio che in me non porta frutto. OGNI TRALCIO...IN ME.
E ora, ritorniamo a leggere: IO SONO LA VITE....e VOI I TRALCI.
AHHHHHHH: quei tralci che il Padre taglia, siamo noi. Noi, uniti a Gesù, noi tralci suoi...verremo potati nei due casi:
a) non portiamo frutto....perché lo porti;
b) portiamo frutto...perché ne porti di più.

Non c'è scampo. Ma questo non ci spaventa. Perché ci fidiamo di Gesù. O meglio, forse dovrei farvi la domanda: VI FIDATE DI GESU'?
Se Gesù dice questo è per prepararci alle potature. Potature che, apparentemente ci farà e darà la vita stessa: ma sappiamo che il Signore Dio guida la storia. Con il suo Spirito Santo. E quindi le potature sono necessarie per i frutti. Sì, non dimentichiamo i frutti. I frutti che possiamo portare noi stessi. Io ogni tanto ci penso: chissà che frutti avrà portato quel mio gesto di carità, quella mia omelia, quel mio atto di amore, quella mia offerta di sofferenza, quell'essermi sacrificato al posto di qualcuno....
Spero frutti....e non cose marce, transgeniche, o come quelle arance da supermarket: luccicanti...ma vecchie di mesi perché incerate!

Ah, il nostro cristianesimo incerato....è quello che scarta le potature. Quando arriva una potatura dice: SIGNORE, SE TU ERI VERAMENTE DIO NON AVRESTI PERMESSO QUESTO: QUINDI MI ALLONTANO DA TE.

...Dimenticando...che il POTATORE è il PADRE. E chi si allontana dal potatore...si secca.

Fratelli e sorelle, amici e amiche, continuiamo a farci potare....a soffrire per amore, a dare la nostra vita. E continuiamo la nostra piccola testimonianza di tralci uniti a Gesù. Magari i nostri frutti all'inizio saranno piccolini....ma poi diventeranno sempre più grandi.....
ALLELUIA.
Ciao da d. Naza
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