Omelia (03-05-2015)
don Giovanni Berti
Tagliare per vivere

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In questo tempo di profonda crisi economica, nella quale siamo ancora immersi nonostante gli annunci di un miglioramento, la ricetta più usata per risollevare i conti sia a livello statale che locale è stata senza dubbio quella dei tagli. Tagliare risorse, sovvenzioni e investimenti per risparmiare e poter far fronte ai debiti. Non entro nel merito, perché la mia competenza in campo economico è minima, ma da più parti è stato detto che non sempre il tagliare è positivo, specialmente quando colpisce le fasce più deboli della popolazione e anche quando colpisce ricerca, scuola e investimenti... Se per risparmiare si taglia indiscriminatamente, alla fine si taglia anche il futuro di giovani e famiglie.
Nella crisi della storia a livello umano, anche Dio opera dei taglia, e Gesù ci parla di Lui come di uno con la forbice in mano. E' il coltivatore della vigna che con il suo strumento tagliente si aggira per il vigneto ma con un occhio sapiente e con intenzioni buone e non per praticare tagli indiscriminati. Dio guarda l'umanità con la piena fiducia che essa può portare un ottimo frutto, perché nel buon frutto dell'umanità Dio trova la propria gloria. Lui non taglia in modo indiscriminato e per capriccio, ma pratica una "purificazione" (questo è il termine esatto quando Gesù dice "lo pota perché porti più frutto") che ha lo scopo di esaltare il prodotto e non deprimerlo.
E' un'immagine molto bella questa della vigna, perché ci dà una immagine efficacemente immediata di cosa significa essere uniti a Cristo e quale vantaggio abbiamo nel sperimentare questa unione.
Gesù sta parlando ai suoi discepoli non per metterli in guardia in modo minaccioso, ma prima di tutto per rivelare la loro condizione positiva nell'avere un profondo legame con lui, un legame che è stato loro donato perché la loro vita di uomini e credenti non rimanga infruttuosa.
Noi come discepoli abbiamo un legame speciale con Cristo, e attraverso di lui Dio ci guarda in modo buono e speranzoso, forse di più di come noi guardiamo noi stessi e tra di noi.
Spesso come uomini, e anche come cristiani, siamo tentati di guardarci gli uni gli altri in modo negativo, pronti a giudicarci e "tagliarci" gli uni dagli altri. E invece Gesù ci ricorda che l'unico che ha potere di tagliare e separare è Dio. E' lui che ha la forbice in mano, e il suo desiderio non è far morire l'umanità, ma farla fruttare con quell'amore che Lui ha messo dentro di noi, e che scorre come linfa dentro ogni singolo tralcio. E ogni singolo tralcio, che è ogni singolo uomo, ha un legame profondo con la pianta centrale piantata nella storia, Gesù Cristo.
Dio non taglia, ma purifica, cioè ci suggerisce di togliere e levare dalla nostra vita tutto quello che ci impedisce di portare frutti di amore. E in questa opera di potatura/purificazione la Parola di Gesù diventa lo strumento più efficace: "Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato"
Quindi anche Dio, come ricetta alla crisi della nostra umanità, così evidente quando ci sono violenze, guerre e sopraffazioni, ci invita ad operare dei tagli, ma secondo la sua logica e non la nostra. Ci invita ad operare tagli a tutto ciò che non è amore, a tutto ciò che significa giudizio e separazione tra gli uomini. Ci invita a operare tagli a tutto quello che ci rende ciechi di fronte alla sofferenze dell'umanità. Ci invita a tagliare sicuramente le tante inutili ricchezze personali e comunitarie che impoveriscono il prossimo e lo abbandonano alla sua povertà. Ci invita a tagliare come ha fatto Gesù, quando per amore del povero che aveva davanti era disposto anche a rimetterci la faccia e il buon nome.
Tutte queste sono potature benefiche per l'umanità, affinché porti quel frutto abbondante e buono per il quale è stata piantata nel terreno del mondo e della storia da un vignaiolo straordinario, Dio, che crede profondamente nella sua pianta ed è disposto a tutto per lei.

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