Omelia (14-05-2015)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su At 1,24- 25

«...Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava».

At 1,24- 25


Come vivere questa Parola?

Nessuno aveva parlato di lui nei vangeli. Viene citato solo da Luca negli Atti, come la persona scelta per sostituire il dodicesimo apostolo che era Giuda, che ora non è più. Eppure Mattia è un fedelissimo di Gesù, è conosciuto da tutti, è uno della prima ora. L'entrata di Mattia nel gruppo dei dodici, dice quanto era radicata la mentalità giudaica, per cui la corruzione del numero 12 poteva lasciar pensare ad un'imperfezione che magari inficiava anche la parusia di Gesù. Ma dice anche che da subito, oltre i Dodici, altri seguivano Gesù e ne condividevano l'esperienza itinerante. Ecco perché ad un certo punto sono 72 i discepoli disponibili ad andare di casa in casa. Ecco perché anche nella notte della passione, oltre ai Dodici, ci sono altri, uomini e donne, che condividono come possono con Gesù quel precipitare degli eventi. Gli stessi che disorientati si disperdono subito dopo l'esecuzione e la morte, ma che sono protagonisti delle diverse apparizioni di Gesù Risorto. Mattia è senza volto, non lascerà molte altre tracce, non scrive un vangelo, né una lettera. Ma è un apostolo. Andando oltre le tradizioni ebraiche, la sostituzione del dodicesimo posto lasciato vuoto da Giuda, simbolicamente apre a tutti noi l'onere e l'onore di prendere quel posto ed essere apostoli a tutti gli effetti, perché quell'universalità nello spazio e nel tempo, rappresentata dal numero dodici, si mantenga possibile.


Signore, Mattia è per noi segno del servizio senza firma, gratuito e fedele che molti vivono. Una testimonianza che non ha bisogno di ostentazioni, di apologia ma che costruisce dal basso una continua inculturazione della Parola nel tempo e nelle tradizioni. Fa' che anche il nostro modo di essere cristiani sia così, preoccupato più della fedeltà all'uomo e a Dio che del potere, della fama, del prestigio.


La voce di un profeta della gratuità e del servizio

Noi viviamo nella società del profitto. L'uomo investe ciò che è e ciò che ha per riavere aumentato ciò che investe. Nella società del gratuito invece l'uomo investe per partecipare e comunicare e il criterio per impegnarsi a produrre i beni per tutti è l'amore.

Oreste Benzi


Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it