Commento su At 18, 14-15
«Se si trattasse di un delitto o di un misfatto, io vi ascolterei, o Giudei, come è giusto. Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra Legge, vedetevela voi: io non voglio essere giudice di queste faccende».
At 18, 14-15
Come vivere questa Parola?
Luca accompagna Paolo nei suoi viaggi ed è testimone diretto delle contraddizioni e difficoltà che Paolo ha nell'incontrare gli ebrei della diaspora presenti in ogni grande città dell'Impero. Qui siamo a Corinto e gli ebrei della città vogliono portare Paolo in tribunale. Ci riescono ma Gallione, il proconsole della città li ridimensiona. Gallione è l'autorità che Roma ha mandato a Corinto. È fratello di Seneca, che di lui parla come di uomo mite, saggio e amabile. Non è un credente in Cristo, non si parla che sia affascinato dalla persona di Gesù. Però è un uomo retto e immediatamente mette a nudo l'ipocrisia degli ebrei, che nemici di Roma non si fanno scrupoli di farsi aiutare dalle leggi romane per farsi giustizia ed eliminare chi è loro scomodo.
Senza volere, Gallione si fa mediazione perché la Parola possa procedere la sua corsa, arrivare a Roma e al mondo intero.
Signore, ti ringraziamo per ogni uomo e ogni donna che cerca di vivere in onestà e sincerità. La loro ricerca rende autentica la vita e costruisce la via perché il sacro non sia scambiato con il bigotto.
La voce di una mistica
Benché la verità sia razionale, obiettiva e anche assoluta, non la si può mai pensare come separabile dalla grazia. Essa rimane un dono della grazia che non ci viene affidato mai una volta per tutte, ma si effonde sempre in modo nuovo come dono duraturo.
Adrienne von Speyr
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it