Omelia (16-05-2015)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su At 18, 24-25

"Arrivò a Èfeso un Giudeo, di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, esperto nelle Scritture. Questi era stato istruito nella via del Signore e, con animo ispirato, parlava e insegnava con accuratezza ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni."

At 18, 24-25


Come vivere questa Parola?

Apollo è un personaggio caro a Paolo: è intelligente, umile, colto e ha carisma. Cerca la verità e incontratala, dimostra di saper smontare alcune sue convinzioni per lasciare spazio a nuove conoscenze. Apollo indirettamente ci dice della capacità di Paolo di intercettare anche uomini raffinati nella loro cultura e preparazione. Ci dice anche che nella comunità allargata di Paolo ci sono persone in grado di accompagnare nel cercare la Verità: Aquila e Priscilla scappati da Roma fanno da padrini e catechisti ad Apollo, che supererà i maestri in eloquenza e accuratezza, ma condividerà con loro lo stesso impegno a camminare nelle vie del Signore in santità e umiltà.

Apollo ci ricorda che credere non è sfidare e sottovalutare l'intelligenza: anzi, dare ragione della propria speranza è un dovere e chiede studio continuo, ricerca, confronto.


Signore, non permettere che ottusità e superficialità connotino il nostro modo di esprimere la fede. Fa' che curiamo la nostra preparazione e offriamo nella nostra evangelizzazione una possibilità interessante di avvicinare e conoscere Te.


La voce di un testimone della Chiesa Cattolica

La promessa è il sì definitivo detto una volta per tutte di Dio all'uomo Gesù Cristo. La fede, che risponde a tale sì di Dio, non è tuttavia un punto di vista rigido, ma, come dice san Paolo, la nuova via che, nella forza di questa promessa, può essere percorsa attraverso tutte le oscurità del tempo nella incrollabile speranza nella vittoria pasquale della vita.

Card. W. Kasper


Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it