Omelia (17-05-2015) |
Omelie.org (bambini) |
Buona domenica a voi tutti! Oggi è la festa dell'Ascensione. La parola "ascensione" è facile, la capiamo bene: significa salire e, quando si sale, è sottinteso che è un andare verso l'alto. Gesù risorto appare nuovamente agli apostoli e, prima di essere elevato al cielo e sedere alla destra di Dio, dà loro il compito di annunciare e predicare il Vangelo, cioè la buona notizia, al mondo intero. E qual è questa buona notizia che gli apostoli, ma anche noi, siamo chiamati ad annunciare? Pensate un po'... È la notizia la più bella, la più importante, quella di cui tutti gli uomini hanno bisogno. La notizia è questa: Dio ha un amore grande per tutti noi. Un amore senza condizioni. Un amore che si mostra, che possiamo vedere attraverso la vita di suo Figlio Gesù che, per amore nostro, è morto sulla croce ed è risorto. Sì, Dio è meravigliosamente buono. Siamo chiamati a raccontare proprio a tutti questa gioiosa notizia! E tutti ci dobbiamo impegnare in questo. Perché, a volte, può succedere che uno se ne dimentichi... Voi direte: "Ma questo è un discorso che Gesù fa ai grandi!". Io dico che è un discorso che Gesù fa ai suoi amici, a coloro che lo conoscono, che si sentono amati e che gli vogliono bene, a coloro che credono che lui è Risorto! Ed allora tra queste persone ci siamo anche noi, ci siete anche voi, anche se ancora molto giovani. Il Signore, ve lo assicuro, non guarda l'età, guarda il nostro cuore! Gesù invia i suoi apostoli, e quindi noi, nel mondo, e ci dice che chi crederà in lui sarà capace di "costruire un mondo nuovo, un mondo bello proprio secondo il progetto di Dio" dove i "demoni" sono scacciati, dove si parleranno "lingue nuove", dove, anche se devi fare i conti con il male - serpenti e veleno - "questo male non ti recherà danno". Un mondo dove anche la "malattia" sarà guarita. So che mi guardare un po' perplessi... e qualcuno di voi starà pensando nel suo cuore: "Magari fosse così! Ma è difficile!". Però, voi capite che queste cose non le dico io, le dice Gesù ai suoi discepoli e i discepoli le scrivono a noi, a te, a me, perché possiamo ascoltare e credere che ciò che ci viene comunicato si può realizzare proprio con il nostro impegno concreto e la nostra fede in Gesù. Allora cerchiamo di capire bene cosa vuole il Signore. Il primo segno dei credenti è che scacceranno i demoni. Di quali demoni si tratta? Possiamo fare tanti esempi, ma per un ragazzo, ad esempio, un "demone" può essere la pigrizia, non fare il proprio dovere, la disobbedienza, i capricci, il pretendere le cose... insomma mi capite vero? Questi sono "demoni" che possiamo davvero vincere, sostenuti dalla fiducia nel Signore e con il nostro impegno. L'altro segno è che i credenti in Gesù parleranno lingue nuove. Certamente qualcuno si animerà e dirà "Magari! Io a stento riesco in inglese....". Gesù non si riferisce certamente alle lingue dei popoli, ma a un linguaggio che possono capire tutti: il linguaggio dell'amore, dell'accoglienza, del rispetto, della tolleranza. Per dirla con papa Francesco, il linguaggio della misericordia. Questa lingua, vi assicuro, la possiamo parlare tutti, ma proprio tutti... basta esercitarsi un po'. Le palestre per fare allenamento sono: a casa, con i fratelli più piccoli e non solo... a scuola, con i compagni con cui facciamo più fatica e poi... sono certa che voi, che siete più bravi di me, sapete capire meglio dove e come potete esercitare questa "lingua nuova dell'amore". Inoltre nel vangelo, se vi ricordate, si parla di serpenti e di veleno... E' il male con cui veniamo a contatto. Di quale male si tratta? Per esempio dell'egoismo, della chiusura, della scontentezza. Il male è anche sprecare ciò che il lavoro di mamma e papà ci hanno permesso di avere. Veleno è il non condividere con gli altri, con i più poveri, ciò che abbiamo: giochi, vestiti, tempo, capacità. Sì, basta davvero aprire gli occhi e ci si accorge di quante persone hanno meno di noi e hanno bisogno di noi. L'altro segno importante è quello di "guarire". A dire la verità, il testo antico in greco non usa il termine "guarire" ma dice: "avranno bene". Gesù non ci dà la capacità - magari fosse!- di guarire gli ammalati, però possiamo fare in modo di farli star bene, cioè di aiutarli nella loro malattia. E come possiamo fare? Beh, con un gesto di affetto, un piccolo servizio, un po' di compagnia: tutto questo, per una persona sofferente, è un dono che la fa star bene. Insomma avete capito tutti: Gesù sale al cielo ma non ci abbandona. Il suo spirito, cioè la sua stessa capacità di amare, viene donata a noi che crediamo in lui perché possiamo essere in questo mondo il segno della sua presenza. Gesù ci ha dato l'esempio: sul suo esempio noi viviamo e lo testimoniamo nella storia. Voglio terminare con una preghiera molto bella di Madre Teresa di Calcutta che dice così: Signore, vuoi le mie mani per passare questa giornata aiutando i poveri e i malati che ne hanno bisogno? Signore, oggi ti do le mie mani. Signore, vuoi i miei piedi per passare questa giornata visitando coloro che hanno bisogno di un amico? Signore, oggi ti do i miei piedi. Signore, vuoi la mia voce per passare questa giornata parlando con quelli che hanno bisogno di parole d'amore? Signore, oggi ti do la mia voce. Signore, vuoi il mio cuore per passare questa giornata amando ogni uomo solo perché è uomo? Signore, oggi ti do il mio cuore. Buona domenica Commento a cura di Sr. Piera Cori |