Omelia (18-05-2015)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su At 19, 1-2

«Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le regioni dell'altipiano, scese a Èfeso. Qui trovò alcuni discepoli e disse loro: "Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?". Gli risposero: "Non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo"».

At 19, 1-2


Come vivere questa Parola?

Oggi incominciamo una settimana liturgica che ci porterà alla grande solennità di Pentecoste, alla festa della Spirito Santo. Quindi vorrei tanto che questi giorni fossero dedicati ad una intensa e accorata preparazione per accogliere l'effusione dello Spirito nei nostri cuori in quel giorno santo. Perciò, in questa settimana sceglierò di preferenza tutti quei testi che ci parlano dello Spirito Santo. Il testo della Parola riportato più sopra, tratto dalla prima lettura odierna, ci descrive esattamente, a duemila anni di distanza, la situazione paradossale anche di molti cristiani del nostro tempo, per i quali, purtroppo, lo Spirito Santo rimane ancora un grande sconosciuto: "Non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo". Chiediamo quindi al Signore che ci porti sempre maggiormente ad una conoscenza più profonda e fruttuosa del suo Santo Spirito.

«Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore».

Come esempio di preparazione appassionata ad accogliere lo Spirito nella Pentecoste, riporto qui sotto un testo stupendo, tratto dal diario spirituale del Venerabile Don Giuseppe Quadrio, un santo sacerdote salesiano, morto solo cinquant'anni fa, del quale è in corso la causa di Beatificazione.


La voce di un santo sacerdote salesiano del nostro tempo

«O Divino Sposo dell'anima mia, grazie di questo giorno, che sarà memorabile nella mia vita: "La mia Pentecoste", il mio sposalizio con te, o dolce mio Spirito, mia Anima, mio Istinto, mio Affanno, mio Amore. Oggi qualcosa si rinnova nella mia vita: Tu ne prendi il timone e ne sei l'unica guida; io sono un docile fanciullino nelle tue mani, un pieghevole giunco. Rinuncio solennemente ad ogni opposizione, contrasto, resistenza, ostacolo, impedimento al tuo soffio divino; detesto definitivamente il mio orgoglio, il mio desiderio, il mio gusto, il mio interesse, il mio spirito di competizione: Tu solo sarai l'Affanno dolcissimo che farà palpitare il mio cuore. Eccoti, o Sposo divino, la mia mano, il mio sì sincero, completo, definitivo. Voglio assumere anche il tuo Nome. Nelle mie relazioni intime aborrirò il nome del secolo e della mia piccola persona, e mi chiamerò col tuo dolcissimo nome, col nome che tu mi dai in questo nuovo battesimo: "Docibilis a Spiritu Sancto" (docibile dallo Spirito Santo).

Venerabile Don Giuseppe Quadrio, dal Diario spirituale, in data 28 maggio 1944 - Pentecoste.


Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it