Omelia (30-05-2015)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mc.11, 27-28

Andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di farlo?».

Mc.11, 27-28


Come vivere questa Parola?

Gesù insegna e agisce con straordinaria autorità e i sacerdoti hanno bisogno di sapere con quale autorità Egli agisce. Chi gli ha dato il permesso?

Quando non capiamo abbiamo sempre bisogno di avere sicurezza in pezzi di carta o di avere dei permessi sicuri che tranquillizzino la coscienza e che giustifichino l'agire senza "buttare all'aria l'ordine raggiunto dalla ripetitività dei fatti ".

Gesù non è venuto a giustificare la nostra ignavia, ma a scuotere la vita che è in noi per darcela in abbondanza.

La fede è un rischio, un salto nel buio, un abbandonarsi. L'appoggiarsi all'amore fedele di Dio, nell'oscurità dell'intelligenza e nel vuoto di ogni sicurezza, ci apre ad orizzonti infiniti, divini e ci aiuta ad uscire da noi stessi per entrare nel modo di vedere di Dio, che ci porta a diventare veramente più uomini, fatti a Sua immagine e somiglianza.


Signore, aiutaci a fidarci di Te, a mettere in pratica almeno una delle tue Parole al giorno: dacci questo coraggio, donaci questa fede!


La voce di un testimone

"Quando nel popolo di Dio non c'è profezia, il vuoto che lascia quello viene occupato dal clericalismo: è proprio questo clericalismo che chiede a Gesù: ‘Con quale autorità fai tu queste cose? Con quale legalità? ' E la memoria della promessa e la speranza di andare avanti vengono ridotte soltanto al presente: né passato, né futuro speranzoso. Il presente è legale: se è legale vai avanti".

Papa Francesco


suor Monica Gianoli FMA - mogianna@libero.it