Omelia (24-05-2015) |
don Luciano Cantini |
Egli mi glorificherà Il Paràclito Sono cinque, nel Vangelo di Giovanni, i brani che contengono la promessa dello Spirito Santo da parte di Gesù (Gv 14,16-17; 14,26; 15,26; 16,5-11; 16,12-15); il testo della Liturgia di oggi ce ne offre due, il terzo e il quinto, nello stesso tempo dobbiamo un po' comprenderli tutti perché ci raccontano il legame tra l'opera di Gesù, il pensiero del Padre e l'azione dello Spirito Santo. Tutti questi brani, che si trovano tra la Cena e la Passione, ci dicono anche il senso della "pienezza" che il Signore raggiunge nel momento della sua "ora", ed è così colmo dello Spirito che, non solo lo promette, ma lo dona direttamente: E, chinato il capo, consegnò lo spirito (v 19,30). Il Vangelo di Giovanni per indicare lo Spirito usa la parola Paràclito [paràklētos, parà - kaléō: accanto -chiamare] il cui significato è quello di consigliere, consolatore, difensore, avvocato. Nella Prima lettera di Giovanni, questo termine è un attributo di Gesù, che si pone come difensore presso il Padre: ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto (1Gv 2,1), ma nel tempo della Chiesa, nella storia che le Comunità cristiane vivono Gesù promette lo Spirito perché sia nell'intimo dei discepoli per sempre (Cfr Gv 14,16-17), così che insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto (Gv 14,26), e dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio (Gv 16,8). Anche voi date testimonianza Nel tempo della Chiesa, in questo nostro tempo, siamo chiamati ad essere testimoni del Signore con l'aiuto dello Spirito Santo come è stato per gli Apostoli: E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono (At 5,32) Quello che è richiesto perché l'invio dello Spirito sia possibile, è l'amore nei confronti del Signore e l'osservanza dei suoi comandamenti (Cfr Gv 14,15), in altre parole è necessaria la comunione con lui; lo Spirito è dono del Padre su richiesta del Figlio, e non è per tutto il mondo che non riuscirebbe a capire (Cfr. 14,17) ma è per i discepoli a cui è chiesto di darne testimonianza. Giovanni, e la sua comunità, delinea il senso della presenza della Chiesa nella storia che nasce dall'Amore e dalla Comunione col Signore ed è testimone del dono incommensurabile della Vita che il mondo ha rifiutato; lo Spirito Santo, che insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto (Gv 14,26), con la sua testimonianza rende capaci i discepoli a testimoniare a loro volta. Vi guiderà a tutta la verità Quelli che devono rendere testimonianza sono stati con Gesù fin da principio perché hanno visto e ascoltato, sono stati partecipi della lunga scuola ricevuta da Gesù; non hanno un contenuto autonomo e non possono fare a meno della verità udita dal Maestro. Non basta però aver visto e udito, essere stati con Lui fin dal principio per comprendere Gesù, soltanto lo Spirito apre gli occhi della fede per capire chi veramente è il Signore e quale sia la verità che ha trasmesso; troppo limitata e condizionata è l'esperienza umana di fronte al mistero della salvezza per portarne il peso. Lo Spirito è guida a tutta la verità: Gesù è la verità, ma è anche la via e la vita (Gv 14,6). La verità non è un insieme di pensieri, di proposizioni, di dottrine, ma la persona stessa di Gesù, quel Verbo fatto carne pieno di grazia e di verità (Gv 1,14). È la persona incontenibile del Signore e Maestro verso cui lo Spirito guida i suoi discepoli perché siano pienamente liberi: conoscerete la verità e la verità vi farà liberi (Gv 8,32). Vi annuncerà le cose future Lo Spirito della verità farà ricordare tutto ciò che Gesù ha detto (Gv 14,26), rimanda all'indietro, rinvia al ministero di Gesù, ma la sua azione è fortemente proiettata nel futuro. L'azione dello Spirito interessa tutto l'arco del tempo: il passato perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito, il presente in quanto prenderà da quel che è mio, mentre è nel futuro che ve lo annuncerà. Così lo Spirito mi glorificherà mediante i discepoli e nello svolgersi della storia: noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità (Gv 1,14). Perché è lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. (Gv 6,63). Con la Pentecoste il suo Spirito respira in ciascuno di noi. |